mercoledì 10 marzo 2010

Il Consiglio provinciale approva il piano di dimensionamento scolastico e assicura sostegno ai lavoratori di Phonemedia da mesi senza stipendio

Il Consiglio provinciale ha approvato questa sera - con 13 voti a favore, 4 contrari (Citton, Bertucci, Pititto, Grillone) e un astenuto (Miceli) - il Piano di dimensionamento scolastico, bocciato in precedenza dal Tar per difetto di competenza. Il Tribunale amministrativo regionale, infatti, ha sostenuto la necessità che l’atto sia deliberato dal Consiglio provinciale e non esclusivamente dalla Giunta, come avvenuto in un primo momento.
In apertura dei lavori dell’Assemblea, dopo dichiarazioni di solidarietà nei confronti del procuratore di Vibo Valentia Mario Spagnuolo, è stata decisa un’inversione dell’ordine del giorno per discutere come primo punto la mozione proposta dal consigliere Barbara Citton a favore dei 240 lavoratori dell’azienda Phonemedia, da mesi senza stipendio nonostante non siano stati né licenziati né avviati alla cassa integrazione.
La mozione, poi approvata all’unanimità, impegna il Consiglio a sostenere in tutte le sedi opportune la vertenza in questione e affida alla Giunta il compito di reperire le risorse necessarie per contribuire al Fondo di solidarietà costituito dal comitato dei lavoratori in protesta, molti dei quali hanno assistito alla seduta consiliare.
«La loro presenza in Consiglio rafforza le nostre motivazioni - ha affermato Citton, ricostruendo la vicenda - e consente di accorciare le distanze con la politica». Sull’argomento sono intervenuti anche i consiglieri Giuseppe Raffele e Francesco Pititto. Quest’ultimo, in particolare, ha puntato il dito contro quelli che ha definito «non imprenditori, ma ”prenditori” che saccheggiano la Calabria».
Prima del voto è intervenuto il presidente della Giunta Francesco De Nisi, che ha auspicato un intervento del Governo: «Alla stregua di quanto Palazzo Chigi ha già fatto per i lavoratori dello stesso gruppo che operano però nelle regioni del nord Italia, ai quali invece è stata concessa la cassa integrazione. Non possono esserci lavoratori di serie B».
Si è quindi passati alla discussione sul dimensionamento scolastico, sul quale ha relazionato l’assessore alla Pubblica istruzione Maria Salvia, che ha rivendicato i meriti del proprio lavoro, sottolineando come il piano vibonese abbia consentito di ridurre di appena 5 le autonomie scolastiche, a fronte delle decine soppresse in altre province calabresi.
«A mio parere la Giunta aveva piena competenza a varare il piano - ha affermato Salvia -, perché non si tratta di un atto di natura programmatica, ma di un’ottimizzazione imposta dai tagli del Governo e dal diktat della Regione, che ha passato la palla alle Province per evitare che il settore venisse commissariato. Il Tar ha comunque deciso in altro modo e ne prendiamo atto».
Durissimo l’intervento del consigliere Barbara Citton, che ha parlato di «dati falsificati per assicurare la sopravvivenza di alcune dirigenze», accusando esplicitamente l’assessore di conflitto di interessi, in quanto riveste anche l’incarico di dirigente scolastico in un plesso di Vibo Marina. Inoltre, Citton ha sostenuto il mancato rispetto della concertazione con sindaci e istituti scolastici, considerata propedeutica dalla normativa in materia per il varo del piano di dimensionamento.
A darle manforte è stato subito dopo il consigliere Pititto, che però ha preso le distanze dall’ipotesi di falsificazione dei dati ventilata da Citton, preferendo definire le discordanze numeriche come errori nel computo effettivo degli studenti in forza ad ogni istituto. Sulla base di questa convinzione, il consigliere di minoranza ha invitato il Consiglio a non licenziare il piano, in quanto basato su dati errati.
«In caso contrario - ha avvertito - l’atto sarà nuovamente impugnato, finendo probabilmente anche alla attenzione della Corte dei Conti, per il presunto nocumento economico che comporta».
A difesa del piano è intervenuto il consigliere Francesco Miceli, che ha speso parole di grande apprezzamento per l’assessore Salvia e per la giunta provinciale, «che ha fatto il massimo per evitare la soppressione di molte autonomie scolastiche».
Infine, prima del voto, è intervenuto il presidente De Nisi, che ha contestualizzato la vicenda, sottolineando l’impossibilità di modificare il dimensionamento in atto mentre l’anno scolastico si avvia al termine.
«Cambiare il piano ora significherebbe creare il caos - ha affermato De Nisi -. Eventuali errori, dunque, potranno essere corretti soltanto a settembre, quando sarà necessario procedere comunque alla stesura di un nuovo piano di dimensionamento». Sulla veridicità dei dati, poi, il presidente della Provincia ha ricordato che le contestazioni mosse da Citton e Pititto si riferiscono alle scuole elementari e medie della città capoluogo e delle sue frazioni, sulle quali ha competenza esclusiva il Comune.
«Come Provincia ci siamo limitatati a prendere atto delle cifre fornite dall’Amministrazione comunale - ha spiegato De Nisi -. Allo stesso modo, se a settembre la nuova amministrazione deciderà un dimensionamento diverso per il territorio di Vibo Valentia, non potremo fare altro che adeguare il piano alle esigenze espresse dal Comune in relazione alle scuole di sua competenza».
Prima dell’approvazione finale, il consigliere di maggioranza Giuseppe Grillone ha annunciato il suo voto contrario, «per rimanere coerente con il dissenso espresso a suo tempo contro il dimensionamento proposto dal Comune».
Con lui, come accennato all’inizio, hanno votato contro i consiglieri Citton, Pititto e Bertucci, mentre il vice presidente Miceli si è astenuto.
Approvati all’unanimità, invece, i punti all’ordine del giorno relativi al Piano di interventi predisposto dall’Ato 4 (sul quale ha relazionato l’assessore al ramo Paolo Barbieri) e alle modifiche apportate allo statuto del consorzio Crescere insieme, del quale fanno parte 11 comuni vibonesi e la Provincia, con il fine di promuovere iniziative a favore della legalità.
Unanimità anche per la mozione proposta dal consigliere Citton, che impegna il Consiglio a considerare «l’acqua come bene comune, patrimonio dell’umanità e l’accesso all’acqua come un diritto umano fondamentale privo di rilevanza economica da proteggere giuridicamente».
Infine, è stata rimandata alla prossima seduta, su proposta del consigliere Pititto, la discussione sulle partecipazioni societarie della Provincia, al fine di consentire un’analisi più approfondita della questione.
edg

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