venerdì 26 agosto 2011

Abolizione della Provincia, De Nisi riferisce gli esiti degli incontri romani: «Soppressione quasi scongiurata, ma ora occorre lavorare con la Regione»

«Sembra che questa volta le piccole Province non verranno abolite, ma è certo che prima delle nuove elezioni amministrative l’attuale maggioranza parlamentare intenda riformare la Carta delle autonomie locali. Se per allora non avremo trovato con la Regione una soluzione che ridisegni gli ambiti provinciali, credo che si arriverà alla cancellazione».
È un Francesco De Nisi estremamente realista quello tornato ieri da Roma, dove ha partecipato agli incontri organizzati dall’Unione province italiane e dal Partito democratico, per analizzare gli effetti della manovra economica di Ferragosto e confrontarsi con i parlamentari che stanno esaminando il decreto in vista della sua conversione in legge.
«La Commissione bicamerale per le questioni regionali ha espresso parere favorevole allo stralcio degli articoli che prevedono la cancellazione delle Province con meno di 300mila abitanti e dei piccoli Comuni - ha esordito il presidente della Provincia di Vibo Valentia, che oggi ha incontrato i giornalisti (foto) per ragguagliarli sugli esiti della trasferta nella Capitale -. Una posizione che fa leva su una circostanza paradossale: l’abolizione di questi enti non determinerebbe un risparmio della spesa, ma causerebbe un incremento fino al 30 per cento dei costi attualmente sostenuti dalla Stato con riferimento alle autonomie locali, pari a circa 200 milioni di euro in più. Questo soprattutto a causa della mobilità forzata del personale che andrebbe trasferito in altre amministrazioni, a cominciare dalla Regione, i cui dipendenti, inoltre, possono contare su una media retributiva più alta. Di contro, gli studi condotti hanno evidenziato un “risparmio” di appena 14 milioni di euro in seguito all’eventuale abolizione di 29 province. Ma la conseguenza più grave sarebbe il venir meno di tutti quei presidi e uffici territoriali che sussistono soltanto su base provinciale».
Tutti d’accordo, quindi, le Province sono salve. Nient’affatto, precisa De Nisi, perché «nell’opinione pubblica si è ormai consolidata la convinzione che vadano cancellate e tutti i partiti assecondano questa deriva». «Il presidente del Senato, Renato Schifani, è stato chiaro in proposito, avvertendo che il Governo è intenzionato a mettere mano alla Carta delle autonomie locali entro il 2013, prima delle prossime elezioni amministrative - ha riferito De Nisi -, e ci ha invitato a lavorare con la Regione per elaborare una riorganizzazione territoriale che offra soluzioni alternative».
In altre parole, se le Province dovessero essere soppresse in sede di riforma delle autonomie, nulla impedisce che competenze, funzioni e confini territoriali vengano rimodulati in altre forme, nell’ambito di una riorganizzazione generale dello Stato e delle amministrazioni periferiche.
«Il primo passo è ridefinire le circoscrizioni provinciali, che per quanto riguarda quella di Vibo Valentia potrebbe comprendere la Piana di Gioia Tauro e la Locride - ha affermato De Nisi -. Nei prossimi giorni ci metteremo al lavoro con la Provincia di Crotone per sollecitare l’apertura di un tavolo istituzionale con la Regione e mi auguro che il presidente Scopelliti sia sensibile a questa problematica. Tentare in autonomia di allargare i confini provinciali è inutile, perché da parte dei Comuni potenzialmente interessati non c’è mai stato un riscontro soddisfacente».


edg

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