«Il problema cinghiali esiste e va contrastato, ma per fare ciò la Provincia deve necessariamente muoversi nel quadro normativo che regola la materia».
È quanto precisa l’assessore provinciale all’Agricoltura, Caccia e Pesca Domenico Antonio Crupi, stigmatizzando la decisione della Regione di negare l’apertura anticipata della caccia al cinghiale.
«I danni causati alle colture dagli ungulati riguardano tutte e cinque le province calabresi - spiega Crupi -. Ecco perché, nell’ambito della Consulta venatoria regionale tenutasi il 19 luglio scorso tutte le Amministrazioni provinciali, compresa quella di Vibo Valentia, avevano chiesto di anticipare di un mese, al 1° settembre, l’apertura della caccia al cinghiale. La Regione, invece, non ha inteso modificare il calendario venatorio. Come Provincia, dunque, non ci resta che seguire l’iter già intrapreso attraverso il censimento della popolazione di ungulati presenti sul territorio vibonese, adempimento propedeutico all’autorizzazione da parte dell’Ispra (l’istituto ministeriale per la protezione e la ricerca ambientale, ndr) dei provvedimenti finalizzati a contenere il numero di cinghiali».
È quanto precisa l’assessore provinciale all’Agricoltura, Caccia e Pesca Domenico Antonio Crupi, stigmatizzando la decisione della Regione di negare l’apertura anticipata della caccia al cinghiale.
«I danni causati alle colture dagli ungulati riguardano tutte e cinque le province calabresi - spiega Crupi -. Ecco perché, nell’ambito della Consulta venatoria regionale tenutasi il 19 luglio scorso tutte le Amministrazioni provinciali, compresa quella di Vibo Valentia, avevano chiesto di anticipare di un mese, al 1° settembre, l’apertura della caccia al cinghiale. La Regione, invece, non ha inteso modificare il calendario venatorio. Come Provincia, dunque, non ci resta che seguire l’iter già intrapreso attraverso il censimento della popolazione di ungulati presenti sul territorio vibonese, adempimento propedeutico all’autorizzazione da parte dell’Ispra (l’istituto ministeriale per la protezione e la ricerca ambientale, ndr) dei provvedimenti finalizzati a contenere il numero di cinghiali».
In altre parole, senza un dato certo sul numero di animali presenti, non è possibile procedere all’adozione dei provvedimenti concertati con l’agenzia ministeriale. Il censimento, diviso in due fasi e relativo alle 7 macroaree nelle quali è stato diviso il territorio a questo scopo, è ormai in fase avanzata ed a breve saranno diffusi i dati definitivi. A quel punto, stabilita la densità di cinghiali presenti sul territorio provinciale, si prenderanno gli opportuni provvedimenti previsti dalle direttive Ispra.
p.p.
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