sabato 20 giugno 2009

Il presidente De Nisi replica ai sindacati: «Collaborare va bene, ma senza consociativismi che creano clientele»

In merito alla presa di posizione dei sindacati confederali e dell’opposizione consiliare, relativamente ad alcune tematiche legate all’attività della Provincia, il presidente Francesco De Nisi replica quanto segue:
«È preoccupante l’atteggiamento assunto negli ultimi giorni da Cgil, Cisl e Uil, con riferimento a varie questioni che spaziano dalla costituzione del Sistema turistico locale alle problematiche occupazionali. A preoccupare, però, non è tanto il contenuto delle dichiarazioni rilasciate alla stampa dai segretari Bruni, Pititto e Prestia, quanto la constatazione che i rappresentanti dei tre maggiori sindacati confederali abbiano deciso di lasciare libero sfogo al proprio egocentrismo, infischiandosene della realtà dei fatti, con l’inevitabile svilimento di quel ruolo di tutela e di promozione del lavoro che dovrebbero svolgere.

Analizzando la tempistica di questa montante insofferenza verso la Provincia, infatti, si nota chiaramente che la goccia che ha fatto traboccare il (loro) vaso, è la presunta esclusione dalla concertazione che dovrà condurre alla costituzione dell’Stl. Una bugia facilmente confutabile per diversi motivi. Innanzitutto, la concertazione per la nascita del Sistema turistico locale è stata avviata dalla Provincia, a cui la legge affida quest’onere, con un avviso a pagamento fatto pubblicare su tutti i quotidiani maggiormente diffusi nel Vibonese. Avviso che invitava alla partecipazione tutti i soggetti pubblici e privati coinvolti a vario titolo nel settore turistico, e non soltanto, quindi, quelli previsti dalla normativa regionale in vigore, che invece non cita affatto i sindacati.
A quella riunione, tenutasi nella sede del Sistema bibliotecario il 5 maggio scorso, Cgil, Cisl e Uil non c’erano. E se c’erano nessuno se n’è accorto. Forse avrebbero preferito essere convocati in separata sede, magari per un incontro che non avesse i crismi dell’ufficialità e della trasparenza, ma che per questo potesse garantire loro un posto in prima fila nel processo decisionale in corso. Una logica che non mi appartiene e che non ho nessuna intenzione di avallare.

Invece di entrare a pieno titolo nel dibattito in corso relativo agli Stl, proponendo suggerimenti ed esponendo la propria posizione in merito, i sindacati si sono offesi - per usare un eufemismo - ed hanno cominciato a rilasciare dichiarazioni bellicose puntando d’improvviso il dito contro la Provincia, la stessa amministrazione con la quale hanno avuto per molti anni un rapporto forse troppo organico. Dopo quella prima riunione snobbata dai sindacati, non c’è stato nessun altro incontro ufficiale sugli Stl, in attesa che il confronto maturi e si giunga ad una sintesi condivisa che sarà oggetto il 29 giugno di un nuovo incontro, che anche questa volta sarà convocato con avvisi sui giornali locali.
Nel frattempo Cgil, Cisl e Uil avrebbero potuto informare l’opinione pubblica su come la pensano, soprattutto con riferimento al nodo centrale della questione: meglio un solo Stl che renda omogenea e competitiva l’offerta turistica locale su tutto il territorio provinciale e non soltanto con riguardo alle località della costa (è questa la posizione della Provincia) oppure è preferibile assecondare la costituzione di diversi Sistemi turistici locali, utilizzando esperienze consortili già esistenti ma che riguardano prevalentemente le località maggiori? Quale sia la posizione dei sindacati su questo punto cruciale non è dato sapere, visto che preferiscono impiegare il tempo rilasciando oltraggiate dichiarazioni sulla presunta esclusione dalla concertazione.
Insomma, sembra proprio che dall’infinita luna di miele con la Provincia si sia passati ad una sorta di divorzio unilaterale, i cui veri motivi inducono ad una seria riflessione. Lo dimostra anche l’atteggiamento assunto in merito alla problematica del precariato e del recente concorso per l’assunzione a tempo determinato di 30 laureati da destinare ai Centri per l’impiego. Con riguardo alla prima questione, sono costretto a ricordare che, nonostante gli sforzi fatti e la ricerca spasmodica di risorse che potessero consentire la stabilizzazione dei Cococo, la Finanziaria 2008 ed i successivi decreti Brunetta hanno nei fatti escluso la possibilità di stabilizzare chi non fosse stato assunto in organico con contratto a termine, lasciando fuori le collaborazioni coordinate e continuative.
A questo punto viene naturale chiedersi dove fossero i sindacati quando le fila del personale esterno si ingrossavano a dismisura, fino a sfiorare le 200 unità per scoppiare poi nel dramma del precariato per centinaia di famiglie. Cosa hanno fatto in tutti questi anni per cercare di arginare un fenomeno sociale di tale entità che inevitabilmente avrebbe presentato un conto salatissimo all’intera comunità vibonese?
Oggi dicono che la Provincia ha abbandonato i precari per far posto a nuove esigenze clientelari, accusa paradossale visto che da quando mi sono insediato non è stata fatta nessuna assunzione. Ma si vede che per i segretari provinciali di Cgil, Cisl e Uil c’è clientelismo e clientelismo, e quello che scaturisce dal consociativismo non lo è. Le uniche assunzioni in organico fatte da questa Amministrazione riguardano la stabilizzazione dei 44 lavoratori ex Lsu e Lpu, molti dei quali offrivano la propria opera da circa 10 anni. In questo caso la stabilizzazione è stata possibile grazie ai fondi reperiti dalla Regione, ma non vedo come si potrebbe aggirare questo piccolo problemino rappresentato dalle risorse necessarie per riprendere in servizio 200 persone, che non vanno illuse né strumentalizzate.
Riguardo alla sospensione delle procedure di selezione dei 30 laureati da destinare ai Centri per l’impiego, ribadisco ancora una volta che il bando è stato regolarmente portato a termine e delle risorse a disposizione non si perderà neppure un centesimo. La procedura di selezione è stata sospesa semplicemente per l’alto numero di istanze pervenute, che quindi richiede maggior tempo, ma soprattutto per un ritardo accumulato dalla Regione nell’erogazione dei fondi. Sebbene, infatti, il progetto di implementazione e rafforzamento dei Cpi sia stato presentato nel luglio del 2008, soltanto nell’aprile scorso i primi fondi, relativi ad una tranche pari a sei mensilità per ogni lavoratore, sono stati assegnati alla Provincia, che ha dunque immediatamente redatto e pubblicato il relativo il bando. Sin dall’inizio, ovviamente, eravamo consapevoli del rischio di una sospensione della procedura di selezione, ma abbiamo preferito mettere un punto di fermo di trasparenza e correttezza ricorrendo ad un bando pubblico, al contrario di quanto hanno fatto altre Province calabresi alle prese con lo stesso problema, che hanno invece legittimamente attinto da una lista di lavoratori idonei, senza ricorrere a procedure di evidenza pubblica. Se avessimo voluto assecondare logiche clientelari, questa sarebbe stata senza dubbio la soluzione migliore.
Infine, appaiono davvero grottesche le critiche dell’opposizione consiliare, che a suo tempo ha votato con la maggioranza il via libera del Consiglio al concorso in questione. Ancora più risibili per la forma con cui vengono espresse: una inevitabile conferenza stampa che puntualmente vede schierati un senatore Pdl, il coordinatore provinciale del partito e il capogruppo consiliare. Se impiegassero altrettanta energia e rappresentatività per censurare la politica del governo che sta letteralmente abbandonando al suo destino il Mezzogiorno, farebbero un favore a tutti, anche a se stessi».
edg

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