Agenti della Polizia provinciale hanno proceduto oggi, sabato 4 luglio, al sequestro di una vasta area adibita da tempo a discarica abusiva, (nella foto) nel territorio comunale di Rombiolo. Particolare inquietante: numerosi rifiuti classificati come speciali e pericolosi erano stati abbandonati nel letto del torrente Mammella, un affluente del fiume Mesima.
La discarica, estesa su circa 2500 mq, è stata scoperta nelle località Cesini e Amato, delimitate dal corso d’acqua. L’operazione s’inquadra in una serie di servizi disposti e coordinati dal comandante Filippo Nesci, su preciso input del presidente della Provincia Francesco De Nisi, che in un recente atto d’indirizzo, ribadendo la volontà di agire sistematicamente per la tutela del territorio, ha impartito direttive per l’immediata istituzione del Nucleo di vigilanza ambientale, guidato dal tenente Angelo Sorace.
Sabato mattina, dunque, gli agenti sono entrati in azione, dopo che ripetuti servizi di osservazione, finalizzati all’individuazione dei responsabili dello scempio ambientale, avevano dato esito negativo. Davvero desolante lo spettacolo che si è presentato ai loro occhi: su entrambi i lati della strada, nei pressi del Ponte del diavolo, giacevano, abbandonati alla rinfusa, rifiuti di vario tipo, abbondanti cumuli d’inerti, carcasse di elettrodomestici, contenitori in metallo.
Più preoccupante ancora la situazione che riguarda il letto del torrente Mammella, nell’alveo del quale sono stati depositati anche rifiuti che le normative vigenti identificano come speciali e pericolosi per la salute pubblica: lastre di eternit, pneumatici, bottiglie di vetro e di plastica ed altri materiali non facilmente identificabili. Periodicamente qualcuno s’incaricava di fare spazio nella discarica provvedendo ad appiccare il fuoco ai rifiuti, come provato dai pilastri anneriti del ponte.
Gli agenti, infine, hanno notato come nelle acque del torrente, così inquinato, si stesse abbeverando un cane randagio, uno dei tanti che presumibilmente vi si recano e che diventano, così, potenziali veicoli di malattie ed infezioni. Il personale ha pertanto sequestrato l’area, provvedendo nel contempo ad inviare un’esaustiva informativa alla Procura della Repubblica. L’area sequestrata è stata affidata in custodia al sindaco di Rombiolo e gli agenti stanno ora cercando di risalire ai proprietari dei terreni incriminati.
«È evidente che situazioni come questa siano segno di un fenomeno diffuso che compromette l’ambiente inquinando acqua e terra, con gravi conseguenze per la salute pubblica oltre che per l’habitat naturale - ha commentato il comandante Nesci -. In questo caso, poi, c’è da considerare anche che il torrente Mammella è un affluente del fiume Mesima, con le intuibili conseguenze sul piano dell’impatto ambientale. La Polizia provinciale, seguendo le precise direttive del presidente De Nisi, proseguirà senza soste questa azione di prevenzione e repressione sull’intero territorio vibonese».
La discarica, estesa su circa 2500 mq, è stata scoperta nelle località Cesini e Amato, delimitate dal corso d’acqua. L’operazione s’inquadra in una serie di servizi disposti e coordinati dal comandante Filippo Nesci, su preciso input del presidente della Provincia Francesco De Nisi, che in un recente atto d’indirizzo, ribadendo la volontà di agire sistematicamente per la tutela del territorio, ha impartito direttive per l’immediata istituzione del Nucleo di vigilanza ambientale, guidato dal tenente Angelo Sorace.
Sabato mattina, dunque, gli agenti sono entrati in azione, dopo che ripetuti servizi di osservazione, finalizzati all’individuazione dei responsabili dello scempio ambientale, avevano dato esito negativo. Davvero desolante lo spettacolo che si è presentato ai loro occhi: su entrambi i lati della strada, nei pressi del Ponte del diavolo, giacevano, abbandonati alla rinfusa, rifiuti di vario tipo, abbondanti cumuli d’inerti, carcasse di elettrodomestici, contenitori in metallo.
Più preoccupante ancora la situazione che riguarda il letto del torrente Mammella, nell’alveo del quale sono stati depositati anche rifiuti che le normative vigenti identificano come speciali e pericolosi per la salute pubblica: lastre di eternit, pneumatici, bottiglie di vetro e di plastica ed altri materiali non facilmente identificabili. Periodicamente qualcuno s’incaricava di fare spazio nella discarica provvedendo ad appiccare il fuoco ai rifiuti, come provato dai pilastri anneriti del ponte.
Gli agenti, infine, hanno notato come nelle acque del torrente, così inquinato, si stesse abbeverando un cane randagio, uno dei tanti che presumibilmente vi si recano e che diventano, così, potenziali veicoli di malattie ed infezioni. Il personale ha pertanto sequestrato l’area, provvedendo nel contempo ad inviare un’esaustiva informativa alla Procura della Repubblica. L’area sequestrata è stata affidata in custodia al sindaco di Rombiolo e gli agenti stanno ora cercando di risalire ai proprietari dei terreni incriminati.
«È evidente che situazioni come questa siano segno di un fenomeno diffuso che compromette l’ambiente inquinando acqua e terra, con gravi conseguenze per la salute pubblica oltre che per l’habitat naturale - ha commentato il comandante Nesci -. In questo caso, poi, c’è da considerare anche che il torrente Mammella è un affluente del fiume Mesima, con le intuibili conseguenze sul piano dell’impatto ambientale. La Polizia provinciale, seguendo le precise direttive del presidente De Nisi, proseguirà senza soste questa azione di prevenzione e repressione sull’intero territorio vibonese».
f.p.
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