venerdì 19 febbraio 2010

Presentata la mappatura della rete idrica vibonese realizzata da Provincia e Ato: ecco i dati su perdite e allacci abusivi

In media, il 38 per cento dei volumi d’acqua immessi nella rete idropotabile vibonese non vengono fatturati a causa delle perdite infrastrutturali (23 per cento) e degli allacci abusivi, a fronte di una media regionale di circa il 33 per cento (dati Istat 2008). Molti i comuni dove si registra oltre il 50 per cento di acqua non contabilizzata, con Ioppolo che tocca il 66 per cento, seguito da Francavilla e Vallelonga che si attestano a quota 60 per cento; le reti comunali più efficienti, invece, sono quelle di Sant’Onofrio (9 per cento di volumi non fatturati) e di Filogaso (appena 4 per cento tra perdite e allacci abusivi).
Sono questi soltanto alcuni dei dati esposti oggi nel corso della presentazione ufficiale del monitoraggio della rete idrica vibonese, realizzato da Provincia e Ato 4, nell’ambito dell’Accordo di programma quadro (Apq) - denominato “Tutela delle acque
e gestione integrata delle risorse idriche”e stipulato il 28 giugno 2006 tra la Regione Calabria e il Governo - che ha previsto un finanziamento di circa 5 milioni di euro per la mappatura, l’informatizzazione e gli interventi di riparazione della rete idrica provinciale.
Di queste risorse, 2,6 milioni di euro sono stati utilizzati per condurre a termine questa prima, cruciale fase del progetto; mentre la parte residua dei fondi verrà impiegata per la costruzione del modello idraulico definitivo che consentirà la progettazione dei vari distretti, nonché per la riparazione delle perdite e l’istallazione delle apparecchiature di controllo per il monitoraggio costante dell’intera rete.

Alla presentazione dei risultati di questa prima fase, tenutasi nella sala conferenze del Sistema bibliotecario, hanno preso parte l’assessore alle Risorse idriche Paolo Barbieri, il dirigente generale dell’Ato 4 Salvatore Lubiana, il responsabile del procedimento Fabio Foti ed i tecnici delle ditte aggiudicatrici che hanno attuato l’intervento (nella foto sopra il tavolo dei relatori).
Sin dalle prime battute, è stato subito chiara la portata innovativa del progetto, che - caso unico nel sud Italia - consente ora di avere una fotografia aggiornata e dettagliata della rete idrica provinciale, con l’informatizzazione di tutti i dati raccolti e la possibilità di programmare gli interventi futuri di riparazione e ottimizzazione sulla base di riferimenti precisi.

In pratica, come è stato più volte sottolineato nel corso dell’incontro, in poco più di un anno di lavoro è stato possibile passare dalla memoria storica dei “fontanieri”, che spesso sono gli unici a conoscere le diramazioni e lo stato delle condutture, ad un sistema digitale e interattivo che consente verifiche in tempo reale.
Unica nota dolente, la scarsa partecipazione dei sindaci e dei tecnici comunali all’iniziativa. Circostanza stigmatizzata duramente da Barbieri, che ha espresso tutto il suo rammarico per la poca sensibilità dimostrata da molti amministratori locali verso queste tematiche.
«Forse - ha spiegato - perché la vecchia classe politica ancora crede sia giustificabile non far pagare agli utenti i servizi relativi all’erogazione dell’acqua potabile. Un’indifferenza che si riscontra anche in materia di depurazione, con molte amministrazioni comunali che pur percependo dai cittadini le relative imposte non pagano le proprie quote, necessarie a coprire i costi di gestione dei depuratori».
Una questione, quella della morosità di molti Comuni, che l’assessore si è ripromesso di sottoporre al prefetto attraverso una lettera nella quale si ipotizza, come extrema ratio, il ritorno ad una gestione comunale dei depuratori.

Tornando all’oggetto dell’incontro di oggi, Barbieri ha sottolineato la portata innovativa e l’alto grado di competenze tecniche e tecnologiche che sono state necessarie per concludere la mappatura, condotta da alcune delle maggiori aziende italiane del settore.
Il risultato, oltre a quello specifico dell’intervento, è stato uno scambio di know how tra Provincia, Ato e imprese specializzate che ha accresciuto notevolmente il bagaglio di esperienza dei tecnici impegnati.
Concetti, questi, rimarcati da Lubiana e Foti, che hanno parlato esplicitamente di un accresciuto patrimonio di conoscenza, esperienza e professionalità.
È stata poi la volta dei tecnici, che hanno realizzato il lavoro dividendo il territorio vibonese in tre macroaree (costa, montagna e pedemontana), più la città capoluogo.
Oltre 709 le perdite rilevate in 49 comuni, con una media di una per ogni 2 chilometri di rete, che in totale ne misura 1400. Per quanto riguarda Vibo Valentia, su un volume d’acqua di 172 metri cubi al secondo immesso in rete, è stato calcolato un consumo giornaliero di circa 113 m/s, con una perdita media di 59 m/s, pari a circa il 34 per cento.
Censite, oltre alle perdite, tutte le infrastrutture, dai pozzetti alle saracinesche, dagli allacci ai serbatoi di acqua potabile (segnalata, in particolare, l’efficienza di quelli gestiti dalla Sorical).
In conclusione dell’incontro, tutti gli intervenuti hanno auspicato che questo importante strumento venga ora utilizzato al meglio per programmare gli interventi di riparazione e ottimizzazione della rete idrica. In particolare, Barbieri ha sottolineato come la mappatura consentirà di attingere anche a fondi europei altrimenti non fruibili.
edg

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