mercoledì 7 aprile 2010

Depuratore di Portosalvo, il presidente De Nisi contro lo smaltimento dei liquami inquinanti provenienti da altre province e regioni

Il presidente della Provincia Francesco De Nisi solleva il problema del trattamento nel depuratore di Portosalvo dei liquami inquinanti provenienti da altre province calabresi e da altre regioni. E lo fa con una lettera aperta indirizzata al Comune di Vibo Valentia e alla Regione, affinché si prenda piena coscienza di una situazione che appare incompatibile con la vocazione turistica della costa vibonese e con la salvaguardia ambientale del territorio.
Ecco il testo della missiva inviata oggi:
«Sono numerosissimi gli appelli lanciati in diverse occasioni dai cittadini che risiedono lungo la costa, tra Vibo Marina e Briatico, affinché si faccia chiarezza sull’attività di smaltimento dei liquami non prodotti in ambito provinciale ma ugualmente conferiti al depuratore di Portosalvo. L’impianto, infatti, viene utilizzato non soltanto per la depurazione delle acque reflue e industriali della zona, ma anche per trattare liquami che giungono a Vibo Marina a bordo di navi cisterna provenienti da altre province calabresi o, addirittura, da altre regioni.
Un’attività industriale legittima, certo, supportata dalle autorizzazioni necessarie, ma assolutamente incompatibile con la vocazione turistica di questo tratto di costa, che esprime inoltre una centralità strategica nelle dinamiche di sviluppo dell’intera provincia vibonese, grazie anche alla presenza del porto.
Ogni anno, dunque, nel depuratore di Portosalvo - oltre alla normale attività di smaltimento dei liquami fognari e industriali prodotti nell’area di competenza dell’impianto - vengono trattati 41mila metri cubi di acque nere provenienti da fosse biologiche, rifiuti dell’industria zootecnica e di quella agricola, nonché 12mila metri cubi tra oli usati e acque di sentina. Attività che ha un forte impatto ambientale, soprattutto a causa del difficile smaltimento dei metalli pesanti, che secondo molti avrebbe già pregiudicato la fauna e la flora marina nelle acque dove vengono poi sversati i liquami depurati.
Una situazione, quindi, che nel suo complesso stride fortemente con una politica univoca di salvaguardia ambientale, mettendo in pericolo la principale risorsa del nostro territorio rappresentata dal turismo. La sola presenza in porto o in rada di navi cisterna cariche di liquami altamente inquinanti rappresenta un deterrente estremamente deleterio per il turismo, una spada di Damocle che pende sullo sviluppo di questo territorio.
È bene, quindi, che tutti conoscano i fatti, affinché ci possa essere una presa di coscienza collettiva che aumenti la consapevolezza di cittadini e amministratori in merito ad una problematica sinora poco nota, ma che va affrontata con scelte condivise e accettate soprattutto da chi lungo quel tratto di costa ci vive e ci lavora.
La provincia vibonese ambisce alla piena autonomia nel ciclo integrato dei rifiuti e delle acque. Un obiettivo non ancora completamente raggiunto, ma assolutamente vitale per il futuro del nostro territorio. In quest’ottica, accogliere e smaltire i rifiuti degli altri non può certo aiutarci a raggiungere più in fretta il traguardo che ci siamo prefissati, ma rischia al contrario di rendere tutto più difficile».

edg

1 commento:

  1. Vorrei sapere in questi anni, di denunce e ricorsi, comune, regione e provincia cosa hanno fatto per evitare il degrado della costa e contrastare l'inquinamento, dal petcoke di Vibo Marina ai liquami di Porto Salvo alle fogne industriali che finiscono direttamente a mare . Sarebbe bene sapere chi ha dato le autorizzazioni e perché, chi controlla e chi dovrebbe prevenire. Chi??
    Parliamo di ambiente, di rilancio del territorio, di turismo, fatevi un esame di coscienza (tutti) e riflettete sulle ragioni della vostra sconfitta. Avete deluso come la DX se non peggio...

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