Gli obiettivi della Provincia li ha dichiarati il presidente Francesco De Nisi (foto) in apertura dell’incontro: salvaguardare le esigenze didattiche e al contempo evitare la soppressione delle dirigenze scolastiche; in altre parole, confermare l’organizzazione in vigore.
È questa la rotta che l’Ente intende seguire nella rimodulazione del piano di dimensionamento scolastico, in vista della quale oggi si è tenuta la conferenza provinciale con la partecipazione dei sindaci, dei dirigenti scolastici, delle organizzazioni sindacali e delle rappresentanze di categoria.
L’incontro, tenutosi nella sala consiliare, si è reso necessario per adempiere alla normativa in materia (a cominciare dal dpr 233/98) e alle direttive della Regione che impongono la rielaborazione del piano organizzativo della rete scolastica, nonostante quello in vigore sia stato varato dalla Provincia meno di due anni fa.
«Intervenire così spesso sull’organizzazione delle istituzioni scolastiche non aiuta certo la scuola nel suo complesso - ha sottolineato De Nisi - perché toglie serenità alla programmazione, ma non possiamo certo esimerci dall’adempiere ad una precisa disposizione normativa. Numeri alla mano, sono 4 o 5 le dirigenze che corrono il rischio di essere soppresse, ma il nostro obiettivo è salvaguardarle tutte, tutelando al contempo le esigenze di alunni e famiglie. Per far ciò è necessaria la collaborazione di tutti, affinché le soluzioni adottate siano pienamente condivise ed efficaci».
Il presidente, inoltre, ha stigmatizzato le strumentalizzazioni e le polemiche che hanno caratterizzato in passato il varo del piano di dimensionamento, «che rappresenta uno strumento organizzativo che deve puntare all’ottimizzazione del sistema scolastico e non deve essere usato per far politica». «Dal canto nostro - ha concluso - non ci sono posizioni preconcette, ma esclusivamente esigenze di tutela dell’offerta formativa e dei posti di lavoro».
Con De Nisi, ad esporre finalità e obiettivi della rimodulazione, c’erano anche il direttore dell’Ufficio scolastico provinciale, Vito Primerano, il funzionario regionale delegato ad esporre le linee d’indirizzo adottate in materia dalla giunta Scopelliti, Sonia Talarico, e il presidente del Consiglio scolastico Mario Iozzo.
Dalla discussione, corroborata da numerosi interventi, è emersa sostanzialmente la volontà generale di operare per mantenere lo status quo, confermando il vecchio piano di dimensionamento, compatibilmente con le variazioni registrate negli ultimi mesi nella popolazione scolastica.
In questo processo, è stato sottolineato, è fondamentale l’apporto dei Comuni, che hanno competenza esclusiva sulle scuole materne e dell’infanzia. Sono le amministrazioni comunali, infatti, che - dopo essersi confrontate con le rappresentanze sindacali e d’istituto - devono deliberare i piani locali e trasmetterli alla Provincia, che a sua volta provvederà all’elaborazione del quadro complessivo di dimensionamento da inviare alla Regione per l’approvazione finale.
In merito al ruolo dei Comuni, particolare rilevanza rivestono le decisioni che saranno assunte dall’Amministrazione di Vibo Valentia, che - ha affermato De Nisi - verranno recepite in toto dalla Provincia. Una precisazione con la quale il presidente ha voluto stigmatizzare indirettamente le polemiche che hanno accompagnato a suo tempo il piano di dimensionamento attualmente in vigore, quando alcune scelte relative gli istituti ed ai plessi scolastici della città capoluogo vennero criticate e imputate alla Provincia, nonostante l’Ente si fosse limitato a recepire quanto deciso dal Comune.
Sull’efficacia del vecchio piano si è espressa anche l’ex assessore provinciale alla Pubblica istruzione Maria Salvia, oggi presente alla riunione in qualità di dirigente scolastico. Salvia, che è stata ringraziata per il lavoro svolto e invitata da De Nisi a intervenire, ha rivendicato la bontà delle scelte fatte in passato, ricordando che quell’assetto organizzativo ha consentito alla provincia vibonese di registrare il numero più basso di soppressioni di dirigenze scolastiche in Calabria.
Tra i numerosi interventi ci sono stati anche quelli dei rappresentanti sindacali, che hanno rimarcato le esigenze di salvaguardia occupazionale e di ottimizzazione dell’offerta formativa, chiedendo il massimo coinvolgimento nella redazione del piano.
È questa la rotta che l’Ente intende seguire nella rimodulazione del piano di dimensionamento scolastico, in vista della quale oggi si è tenuta la conferenza provinciale con la partecipazione dei sindaci, dei dirigenti scolastici, delle organizzazioni sindacali e delle rappresentanze di categoria.
L’incontro, tenutosi nella sala consiliare, si è reso necessario per adempiere alla normativa in materia (a cominciare dal dpr 233/98) e alle direttive della Regione che impongono la rielaborazione del piano organizzativo della rete scolastica, nonostante quello in vigore sia stato varato dalla Provincia meno di due anni fa.
«Intervenire così spesso sull’organizzazione delle istituzioni scolastiche non aiuta certo la scuola nel suo complesso - ha sottolineato De Nisi - perché toglie serenità alla programmazione, ma non possiamo certo esimerci dall’adempiere ad una precisa disposizione normativa. Numeri alla mano, sono 4 o 5 le dirigenze che corrono il rischio di essere soppresse, ma il nostro obiettivo è salvaguardarle tutte, tutelando al contempo le esigenze di alunni e famiglie. Per far ciò è necessaria la collaborazione di tutti, affinché le soluzioni adottate siano pienamente condivise ed efficaci».
Il presidente, inoltre, ha stigmatizzato le strumentalizzazioni e le polemiche che hanno caratterizzato in passato il varo del piano di dimensionamento, «che rappresenta uno strumento organizzativo che deve puntare all’ottimizzazione del sistema scolastico e non deve essere usato per far politica». «Dal canto nostro - ha concluso - non ci sono posizioni preconcette, ma esclusivamente esigenze di tutela dell’offerta formativa e dei posti di lavoro».
Con De Nisi, ad esporre finalità e obiettivi della rimodulazione, c’erano anche il direttore dell’Ufficio scolastico provinciale, Vito Primerano, il funzionario regionale delegato ad esporre le linee d’indirizzo adottate in materia dalla giunta Scopelliti, Sonia Talarico, e il presidente del Consiglio scolastico Mario Iozzo.
Dalla discussione, corroborata da numerosi interventi, è emersa sostanzialmente la volontà generale di operare per mantenere lo status quo, confermando il vecchio piano di dimensionamento, compatibilmente con le variazioni registrate negli ultimi mesi nella popolazione scolastica.
In questo processo, è stato sottolineato, è fondamentale l’apporto dei Comuni, che hanno competenza esclusiva sulle scuole materne e dell’infanzia. Sono le amministrazioni comunali, infatti, che - dopo essersi confrontate con le rappresentanze sindacali e d’istituto - devono deliberare i piani locali e trasmetterli alla Provincia, che a sua volta provvederà all’elaborazione del quadro complessivo di dimensionamento da inviare alla Regione per l’approvazione finale.
In merito al ruolo dei Comuni, particolare rilevanza rivestono le decisioni che saranno assunte dall’Amministrazione di Vibo Valentia, che - ha affermato De Nisi - verranno recepite in toto dalla Provincia. Una precisazione con la quale il presidente ha voluto stigmatizzare indirettamente le polemiche che hanno accompagnato a suo tempo il piano di dimensionamento attualmente in vigore, quando alcune scelte relative gli istituti ed ai plessi scolastici della città capoluogo vennero criticate e imputate alla Provincia, nonostante l’Ente si fosse limitato a recepire quanto deciso dal Comune.
Sull’efficacia del vecchio piano si è espressa anche l’ex assessore provinciale alla Pubblica istruzione Maria Salvia, oggi presente alla riunione in qualità di dirigente scolastico. Salvia, che è stata ringraziata per il lavoro svolto e invitata da De Nisi a intervenire, ha rivendicato la bontà delle scelte fatte in passato, ricordando che quell’assetto organizzativo ha consentito alla provincia vibonese di registrare il numero più basso di soppressioni di dirigenze scolastiche in Calabria.
Tra i numerosi interventi ci sono stati anche quelli dei rappresentanti sindacali, che hanno rimarcato le esigenze di salvaguardia occupazionale e di ottimizzazione dell’offerta formativa, chiedendo il massimo coinvolgimento nella redazione del piano.
edg
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