Il presidente della Provincia di Vibo Valentia, Francesco De Nisi, incontra i giornalisti e mette la parola fine alla rimodulazione della giunta provinciale, ufficializzando l’entrata nell’esecutivo dell’esponente di Sel, Rosa Valenzisi (foto) - che ha definito «una persona di solidi principi morali, trasparente e corretta» - alla quale ha affidato le deleghe relative ai settori Cultura, Politiche sociali, Affari generali, Attività produttive e Polizia provinciale. Gli altri assessori sono il vice presidente Giuseppe Barbuto (Viabilità - Lavori pubblici – Patrimonio - Appalti), Gianluca Callipo (Turismo - Sport - Politiche giovanili - Politiche comunitarie ed economiche), Pasquale Fera (Bilancio - Pubblica istruzione - Associazionismo), Martino Porcelli (Ambiente - Protezione civile - Gestione rifiuti), Michelangelo Mirabello (Politiche del lavoro - Formazione - Istituzioni culturali), Rocco Pistininzi (Personale - Servizio idrico integrato - Difesa del suolo e protezione delle coste), Domenico Antonio Crupi (Agricoltura - Caccia - Pesca - Agroalimentare).
Nel corso della conferenza stampa De Nisi ha illustrato con franchezza i motivi che lo hanno costretto a tornare sui propri passi, con riferimento all’annunciata nomina di Vincenzo Pasqua.
Nel corso della conferenza stampa De Nisi ha illustrato con franchezza i motivi che lo hanno costretto a tornare sui propri passi, con riferimento all’annunciata nomina di Vincenzo Pasqua.
«Era mia intenzione dare il giusto riconoscimento a una delle forze politiche che avevano sostenuto la mia elezione, ma di fronte alla levata di scudi che questa ipotesi ha scatenato non ho potuto che desistere - ha affermato -. Ciò non vuol dire che in futuro non sia possibile allargare il quadro politico per renderlo diverso e più ampio. La stessa cosa vale per Idv, il cui apporto continuo a ritenere prezioso».
Il presidente della Provincia ha quindi rimarcato le difficoltà politiche che si è trovato a affrontare negli ultimi tempi, «anche e soprattutto a causa dell’assenza del Partito democratico, che non ha mai avuto a livello territoriale una rappresentanza stabile e univoca». La situazione attuale del Pd è per De Nisi la nota dolente che scandisce le difficoltà dell'Ente: «Negli ultimi tre anni il mio partito, nel quale nonostante tutto credo fortemente, ha rappresentato per molti una sorta di taxi da prendere al volo e lasciare al momento che si riteneva più opportuno per i propri fini. Uno stato di cose che ha determinato un’oggettiva difficoltà a gestire la Provincia, perché molte questioni squisitamente politiche che si sarebbero dovute affrontare e risolvere nell’ambito del partito, hanno finito per gravare sull’Amministrazione».
Sulle motivazioni alla base della rimodulazione di giunta, De Nisi ha rimarcato innanzitutto la necessità di accogliere le richieste di Sel, affinché entrasse nella maggioranza. «Non c’è stato alcun intento punitivo verso chi è rimasto fuori, ma soltanto un criterio legato all’anzianità di servizio - ha detto, riferendosi a Paolo Barbieri, già assessore nella precedente amministrazione -. Mi ha molto rammaricato, quindi, la reazione veemente che la mia decisione ha provocato nel diretto interessato».
In merito alle critiche che in queste ultime settimane gli sono piovute addosso da più parti, De Nisi si è mostrato molto determinato nel rispedirle al mittente: «Nessuno mi più insegnare niente in termini di trasparenza e correttezza. Trovo risibile che ex amministratori di quest’Ente, revisori dei conti e moralizzatori dell’ultima ora prendano le distanze soltanto quando temono di perdere posizioni che considerano di potere. La verità è che noi lottiamo quotidianamente per salvare un Ente, e con esso chi ci lavora, che si dibatte tra mille difficoltà, soprattutto a causa di scelte fatte in passato proprio da chi oggi ostenta il proprio dissenso. Basti pensare che quando mi sono insediato ho trovato un organico di ben 491 dipendenti, che soltanto oggi si avvia a stabilizzarsi verso a quota 400 unità, grazie ai pensionamenti e alla stretta sulle assunzioni che abbiamo attuato. Per non parlare, poi, dei 100 milioni di euro in mutui accesi ed ai 54 milioni di euro in prodotti finanziari derivati ereditati sempre dalla precedente amministrazione».
Parole dure anche per il coordinatore provinciale dell’Udc, Iconico Massara, «che - ha detto - non ha alcuna credibilità, perché non ha mai fatto una sola proposta concreta e invece di parlare a vanvera, facendo il suggeritore dei suoi rappresentanti in Consiglio, farebbe bene a spiegare all’opinione pubblica quale merito può vantare nella gestione di questo territorio».
De Nisi, quindi, ha rivendicato il lavoro svolto, ricordando «che secondo le statistiche la Provincia di Vibo è quella in Calabria che ha appaltato più opere pubbliche, per un importo complessivo di circa 100 milioni di euro». «Risultati positivi - ha proseguito - conseguiti senza l’aiuto di nessuno, a differenza di quanto avviene in altre realtà calabresi, dove a tutela del proprio territorio e della Provincia si schierano tutti, senza distinzioni politiche. Qui, invece, si fanno soltanto battaglie personali, si ordiscono complotti e trame sotterranee che non hanno in alcun conto gli interessi della collettività. Ebbene, se qualcuno crede di sfiduciarmi in questo modo, usando l’ingiuria e la mistificazione per mettere in cattiva luce il lavoro che stiamo portando avanti, ha fatto male i propri conti».
Il presidente della Provincia ha quindi rimarcato le difficoltà politiche che si è trovato a affrontare negli ultimi tempi, «anche e soprattutto a causa dell’assenza del Partito democratico, che non ha mai avuto a livello territoriale una rappresentanza stabile e univoca». La situazione attuale del Pd è per De Nisi la nota dolente che scandisce le difficoltà dell'Ente: «Negli ultimi tre anni il mio partito, nel quale nonostante tutto credo fortemente, ha rappresentato per molti una sorta di taxi da prendere al volo e lasciare al momento che si riteneva più opportuno per i propri fini. Uno stato di cose che ha determinato un’oggettiva difficoltà a gestire la Provincia, perché molte questioni squisitamente politiche che si sarebbero dovute affrontare e risolvere nell’ambito del partito, hanno finito per gravare sull’Amministrazione».
Sulle motivazioni alla base della rimodulazione di giunta, De Nisi ha rimarcato innanzitutto la necessità di accogliere le richieste di Sel, affinché entrasse nella maggioranza. «Non c’è stato alcun intento punitivo verso chi è rimasto fuori, ma soltanto un criterio legato all’anzianità di servizio - ha detto, riferendosi a Paolo Barbieri, già assessore nella precedente amministrazione -. Mi ha molto rammaricato, quindi, la reazione veemente che la mia decisione ha provocato nel diretto interessato».
In merito alle critiche che in queste ultime settimane gli sono piovute addosso da più parti, De Nisi si è mostrato molto determinato nel rispedirle al mittente: «Nessuno mi più insegnare niente in termini di trasparenza e correttezza. Trovo risibile che ex amministratori di quest’Ente, revisori dei conti e moralizzatori dell’ultima ora prendano le distanze soltanto quando temono di perdere posizioni che considerano di potere. La verità è che noi lottiamo quotidianamente per salvare un Ente, e con esso chi ci lavora, che si dibatte tra mille difficoltà, soprattutto a causa di scelte fatte in passato proprio da chi oggi ostenta il proprio dissenso. Basti pensare che quando mi sono insediato ho trovato un organico di ben 491 dipendenti, che soltanto oggi si avvia a stabilizzarsi verso a quota 400 unità, grazie ai pensionamenti e alla stretta sulle assunzioni che abbiamo attuato. Per non parlare, poi, dei 100 milioni di euro in mutui accesi ed ai 54 milioni di euro in prodotti finanziari derivati ereditati sempre dalla precedente amministrazione».
Parole dure anche per il coordinatore provinciale dell’Udc, Iconico Massara, «che - ha detto - non ha alcuna credibilità, perché non ha mai fatto una sola proposta concreta e invece di parlare a vanvera, facendo il suggeritore dei suoi rappresentanti in Consiglio, farebbe bene a spiegare all’opinione pubblica quale merito può vantare nella gestione di questo territorio».
De Nisi, quindi, ha rivendicato il lavoro svolto, ricordando «che secondo le statistiche la Provincia di Vibo è quella in Calabria che ha appaltato più opere pubbliche, per un importo complessivo di circa 100 milioni di euro». «Risultati positivi - ha proseguito - conseguiti senza l’aiuto di nessuno, a differenza di quanto avviene in altre realtà calabresi, dove a tutela del proprio territorio e della Provincia si schierano tutti, senza distinzioni politiche. Qui, invece, si fanno soltanto battaglie personali, si ordiscono complotti e trame sotterranee che non hanno in alcun conto gli interessi della collettività. Ebbene, se qualcuno crede di sfiduciarmi in questo modo, usando l’ingiuria e la mistificazione per mettere in cattiva luce il lavoro che stiamo portando avanti, ha fatto male i propri conti».
edg
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