mercoledì 4 luglio 2012

Le Province a rischio cancellazione fanno quadrato: «Appello al Presidente Giorgio Napolitano affinché intervenga a difesa dei cittadini di questi territori»

No all’abolizione delle piccole Province. È quanto hanno riaffermato con forza oggi alcuni presidenti delle Amministrazioni provinciali che, nelle previsioni del Governo, dovrebbero essere soppresse. L’incontro, tenutosi a Roma, ha visto la partecipazione del presidente della Provincia di Vibo Valentia, Francesco De Nisi, che ha siglato il documento finale, con il quale si chiede l’intervento del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano (foto), affinché salvaguardi i territori a rischio cancellazione. Alla riunione, oltre a De Nisi, hanno preso parte i presidenti delle Province di Benevento, Crotone, Fermo e Isernia, mentre molte altre Amministrazioni, pur non essendo presenti, hanno espresso la propria adesione e l’intenzione di sottoscrivere il documento nei prossimi giorni. Nel corso della riunione, inoltre, si è deciso di costituire un coordinamento delle piccole Province e di impegnare la conferenza Stato-Regioni.
«Nonostante l’impegno
- ha commentato De Nisi al suo rientro dalla Capitale -, non ci facciamo troppe illusioni, perché sulla questione è stata imbastita da tempo una campagna demagogica che bolla le Province come inutili, sebbene alla fine a pagare dazio saranno soltanto pochi territori, e proprio i più deboli, grazie anche al compromesso accettato dall’Upi. Ma per quanto mi riguarda ritengo doveroso difendere sino alla fine i diritti dei cittadini Vibonesi, che subirebbero un gravissimo danno con la cancellazione dei confini provinciali. Un salto indietro nel tempo di vent’anni che comporterà una più bassa qualità della vita e catastrofiche conseguenze sul piano economico e occupazionale. Per questi motivi ho ritenuto opportuno partecipare alla riunione di oggi e sottoscrivere la nota finale, nella speranza che il Presidente Napolitano accolga il nostro appello».

Ecco, dunque, il documento siglato al termine dell’incontro:
«Riuniti a Roma, presso la sede dell’Upi, per la prospettata ipotesi governativa della cancellazione delle piccole province, esprimiamo e manifestiamo contrarietà alla paventata ipotesi di cancellazione degli enti intermedi rappresentando tale ipotesi una grave lesione alla democrazia ed alla identità culturale delle comunità. L’abolizione delle 42 province, così come individuate, non produrrebbe certo un risparmio di spesa tale da giustificare l’enorme disagio per le popolazioni interessate, che si vedrebbero private in un colpo solo dei presidi di legalità e democrazia quali: prefetture, questure, comandi provinciali delle forze dell’ordine, camere di commercio, agenzie delle entrate, vigili del fuoco e corpo forestale dello stato, motorizzazione, genio civile e catasto, ordini professionali, oltre alle sedi provinciali Inps, Inail, provveditorato agli studi, solo per citarne alcuni. Una tale ipotesi produrrebbe solo disagi per i cittadini che si vedrebbero privati dei sopra menzionati servizi ed avrebbe, agli occhi degli stessi, solo un significato: lo Stato che abbandona i propri territori. Per questi motivi ci rivolgiamo al Signor Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano quale garante dell’unità nazionale e della sua identità oltre che dei diritti fondamentali dei cittadini affinché impedisca questo lacerante strappo per le popolazioni locali».

edg

1 commento:

  1. L'istituzione della provincia di Vibo Valentia ha richiesto un lungo iter burocratico istituzionale durato anni, passando prima dalla regione per poi arrivare ai due rami del parlamento. Questo decreto legge di soppressione e accorpamento delle province si configura come un atto incostituzionale, proprio perché non si può ridisegnare le circoscrizioni provinciale con un semplice decreto legge, ma occorrerebbe una legge che vada a modificare alcuni articoli della costituzione. Credo che questo sia l’unico appiglio al quale potrebbe aggrapparsi Vibo per sopravvivere, e ovvio però che Vibo dovrebbe unirsi alle altre province a rischio e fare ricorso alla corte costituzionale. Attenzione poi a un’altra cosa fondamentale per Vibo. I parametri che consentono la sopravvivenza sono 350.000 abitanti e almeno 3.000 chilometri quadrati, requisiti che ovviamente Vibo non ha………però in questo campo c’è molta confusione da parte dello stesso governo che attraverso il ministro Patroni Griffi ha detto che, per esempio,la provincia di La Spezia pur non avendo i requisiti richiesti, non sarà soppressa perché è vicina alla futura città metropolitana di Genova (che forse con la sua istituzione cederà del territorio a quest’ultima?). Quindi, se è valido questo criterio per La Spezia dovrebbe esserlo anche per Vibo che confina con la futura città metropolitana di Reggio Calabria. Il presidente De Nisi dovrebbe stare attento a tutte queste cose e darsi da fare se si vuole cercare di mantenere in vita la provincia di Vibo evitando di fare un balzo indietro di 20 anni.

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