No all’abolizione delle piccole Province. È quanto hanno riaffermato con forza oggi alcuni presidenti delle Amministrazioni provinciali che, nelle previsioni del Governo, dovrebbero essere soppresse. L’incontro, tenutosi a Roma, ha visto la partecipazione del presidente della Provincia di Vibo Valentia, Francesco De Nisi, che ha siglato il documento finale, con il quale si chiede l’intervento del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano (foto), affinché salvaguardi i territori a rischio cancellazione. Alla riunione, oltre a De Nisi, hanno preso parte i presidenti delle Province di Benevento, Crotone, Fermo e Isernia, mentre molte altre Amministrazioni, pur non essendo presenti, hanno espresso la propria adesione e l’intenzione di sottoscrivere il documento nei prossimi giorni. Nel corso della riunione, inoltre, si è deciso di costituire un coordinamento delle piccole Province e di impegnare la conferenza Stato-Regioni.
«Nonostante l’impegno - ha commentato De Nisi al suo rientro dalla Capitale -, non ci facciamo troppe illusioni, perché sulla questione è stata imbastita da tempo una campagna demagogica che bolla le Province come inutili, sebbene alla fine a pagare dazio saranno soltanto pochi territori, e proprio i più deboli, grazie anche al compromesso accettato dall’Upi. Ma per quanto mi riguarda ritengo doveroso difendere sino alla fine i diritti dei cittadini Vibonesi, che subirebbero un gravissimo danno con la cancellazione dei confini provinciali. Un salto indietro nel tempo di vent’anni che comporterà una più bassa qualità della vita e catastrofiche conseguenze sul piano economico e occupazionale. Per questi motivi ho ritenuto opportuno partecipare alla riunione di oggi e sottoscrivere la nota finale, nella speranza che il Presidente Napolitano accolga il nostro appello».
«Nonostante l’impegno - ha commentato De Nisi al suo rientro dalla Capitale -, non ci facciamo troppe illusioni, perché sulla questione è stata imbastita da tempo una campagna demagogica che bolla le Province come inutili, sebbene alla fine a pagare dazio saranno soltanto pochi territori, e proprio i più deboli, grazie anche al compromesso accettato dall’Upi. Ma per quanto mi riguarda ritengo doveroso difendere sino alla fine i diritti dei cittadini Vibonesi, che subirebbero un gravissimo danno con la cancellazione dei confini provinciali. Un salto indietro nel tempo di vent’anni che comporterà una più bassa qualità della vita e catastrofiche conseguenze sul piano economico e occupazionale. Per questi motivi ho ritenuto opportuno partecipare alla riunione di oggi e sottoscrivere la nota finale, nella speranza che il Presidente Napolitano accolga il nostro appello».