mercoledì 26 maggio 2010

De Nisi sull'ipotesi di soppressione delle Province più piccole: «Iniziativa demagogica che determinerebbe un allontanamento dello Stato»

Ecco la dichiarazione rilasciata oggi all'Ansa dal presidente Francesco De Nisi, in merito all'ipotesi di soppressione delle Province con meno di 220mila abitanti:
«La natura e la portata della decisione assunta dal Consiglio dei Ministri di procedere alla soppressione delle Province con meno di 220mila abitanti va valutata con calma, perché per ora si sa soltanto quello che si è letto oggi sulla stampa. Premesso ciò, ritengo che una tematica di questo tipo non dovrebbe essere affrontata nell’ambito di una manovra economica focalizzata sui tagli alla spesa pubblica posti in essere per fronteggiare la crisi economica. Innanzitutto, per la sua valenza costituzionale che merita un confronto parlamentare ampio e ponderato, ma anche per la sua sostanziale inutilità rispetto agli obiettivi di riduzione della spesa. Abolire le Province sotto i 220mila abitanti può determinare un risparmio di qualche decina di milioni di euro all’anno, praticamente un’inezia rispetto alle attuali esigenze di cassa. Di contro, cancellare le Province significa sopprimere anche le questure, le prefetture, gli uffici scolastici provinciali, le aziende sanitarie, i comandi provinciali delle forze dell’ordine e quant’altro. Questo segnerebbe un arretramento dello Stato in territori, come quello vibonese, che non possono prescindere da una sua presenza concreta e operativa. Pensiamo soltanto all’enorme pressione della criminalità organizzata e alla necessità di combatterla senza soluzione di continuità. L’abolizione delle Province comporterebbe anche il pericolo che questa azione di contrasto si affievolisca proprio a causa della distanza fisica dei presidi di polizia rispetto ad una specifica realtà territoriale. Insomma, credo che intorno all’ipotesi di abolire le Province più piccole ci sia molta disinformazione, alimentata dalla valenza demagogica di un provvedimento che assicurerebbe soltanto un ritorno d’immagine a chi governa il Paese, senza reali benefici per i cittadini. Che questo provvedimento sia profondamente ingiusto lo dimostra anche il fatto che il Governo intende escludere dal taglio delle Province quelle che confinano con nazioni estere, evidentemente perché tutte al Nord, dove la Lega - contraria all’abolizione - impone il suo diktat. Come faranno a spiegare questa ennesima sperequazione che marginalizza il Mezzogiorno?».
edg

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