martedì 16 novembre 2010

Il Consiglio provinciale si interroga sul futuro della sanità vibonese e apre il dibattito ai sindaci

La riorganizzazione della rete ospedaliera, alla luce del piano di rientro dal deficit deciso dalla Regione, è stata al centro del Consiglio provinciale aperto alla partecipazione dei sindaci e della società civile, convocato in seduta straordinaria e tenutosi ieri sino a sera inoltrata.
L’iniziativa, scaturita dalla richiesta di sette consiglieri di maggioranza, ha consentito di focalizzare l’attenzione sulle sorti della sanità vibonese, con particolare attenzione al paventato smantellamento degli ospedali di Soriano e Serra San Bruno.
In apertura dei lavori, il presidente del Consiglio provinciale, Giuseppe Barilaro, ha stigmatizzato l’assenza dei consiglieri regionali (impegnati nella seduta in programma ieri a Palazzo Campanella), ma soprattutto la mancata partecipazione del management dell’Asp di Vibo. Assenze sottolineate criticamente nel corso di quasi tutti gli interventi, salvo che dagli esponenti della minoranza consiliare.
Ad introdurre il tema della discussione è stato il consigliere Giuseppe Raffele, primo firmatario della richiesta per la convocazione del Consiglio, che - pur non negando la necessità di ridurre i costi - ha parlato di «politica sanitaria che persegue tagli indiscriminati, senza tenere conto delle peculiarità del territorio», esortando la classe politica e dirigente a farsi carico di questa problematica.
Sulla stessa lun
ghezza d’onda il sindaco di Vazzano, Antonino Mirenzi, secondo il quale «il piano di riassetto della rete ospedaliera nega i livelli minimi di assistenza e non tiene conto delle scelte già fatte in passato». In particolare, Mirenzi ha richiamato la riorganizzazione dell’ospedale di Soriano varata nel 2002, quando i servizi del nosocomio furono pesantemente ridimensionati, a fronte però di un rafforzamento del reparto di psichiatria e di lunga degenza. «Ora anche questi servizi rischiano di essere smantellati - ha aggiunto - nonostante siano stati spesi tanti soldi per riorganizzarli».
Argomentazioni riprese dal sindaco di Soriano, Francesco Bartone, che ha paventato la trasformazione dell’ospedale «in una specie di grande ambulatorio per medici di famiglia». Nel corso del suo intervento, al fine di sottolineare la mancanza di alternative efficaci in materia di assistenza sanitaria ai cittadini, Bartone si è scagliato pesantemente contro l’ospedale di Vibo Valentia, suscitando la ferma reazione del presidente dell’Ordine dei medici, Michele Soriano, che non ha escluso di adire nei suoi confronti le vie legali. Soriano, che ha tenuto a precisare la sua partecipazione al dibattito in qualità di presidente dell’Ordine, ha difeso strenuamente la categoria professionale dei medici, «ormai costretti a lavorare inseguiti da stuoli di avvocati».
Inoltre, il rappresentante dei medici ha criticato duramente l’approccio dei media alle vicende che solitamente vengono etichettate come “malasanità”, «giungendo a conclusioni affrettate che generano nella pubblica opinione convinzioni errate».
Con riferimento alla riorganizzazione della rete ospedaliera, poi, Soriano ha rivendicato le critiche mosse in passato all’allora presidente della Regione Agazio Loiero, «che ho sempre considerato un nemico di questo territorio». «Oggi chiedo al presidente Scopelliti di sapere qual è il progetto che hanno in mente, quali studi e ricerche sono stati fatti per verificare sul campo bisogni e possibili soluzioni - ha continuato -, perché l’impressione è che ancora una volta si stia pianificando esclusivamente in base a logiche clientelari, ma la sanità non può essere programmata sulla pelle dei cittadini».
Lunghissimo ed estremamente tecnico l’intervento dell’ex sindaco di Serra San Bruno, Raffaele Lo Iacono, chiamato a rappresentare il comitato ristretto che riunisce i Comuni del distretto sanitario numero 2. Lo Iacono ha descritto nel dettaglio la riorganizzazione della rete ospedaliera regionale che scaturisce dal piano di rientro, evidenziando quelle che ha definito sperequazioni tra le diverse province, come gli 800 posti letto in più previsti a Crotone rispetto a Vibo. «Se la riorganizzazione deve significare lacrime e sangue, che sia così per tutte le province calabresi, senza ingiustizie», ha concluso.
Dal canto suo, il vice sindaco di Soriano, Vincenzo Bellissimo, ha evidenziato forti discordanze tra il piano aziendale dell’Asp e il decreto Scopelliti che detta le linee guida della riorganizzazione, «segno - a suo dire - che le scelte vengono fatte a tavolino, senza un concreto riscontro dei fatti».
È stata poi la volta del vice presidente del Consiglio provinciale, Francesco Miceli, che ha allargato l’orizzonte del dibattito a tutta la sanità vibonese, esprimendo forti critiche nei confronti dell’intera classe politica locale, «senza distinzione tra destra e sinistra, che non ha saputo programmare in questo settore». Miceli, dunque, ha focalizzato la sua attenzione sul concetto di qualità. «Basta con gli ospedali fotocopia - ha detto -, per recuperare credibilità ed eliminare l’immagine negativa della sanità occorre puntare sulla qualità e sull’efficienza dei servizi, attraverso una programmazione che sia ampia e condivisa. Il risanamento non si ottiene con il taglio indiscriminato dei posti letto, ma con la ricerca di standard qualitativi elevati».

Vibrante l’intervento del consigliere Pdl Gerardo Bertucci, che ha difeso con forza le scelte della Regione, stigmatizzando le critiche di «chi si accorge soltanto ora che esiste un problema sanità». «Nel corso degli anni il Consiglio provinciale ha assistito alla chiusura di reparti ospedalieri di ogni tipo senza muovere un dito - ha affermato -. Ora che la Regione è guidata dal centrodestra scatta l’alzata di scudi, ma alcune scelte sono inevitabili, perché gli sprechi sono sati eccessivi e non ha alcun senso mantenere strutture dove magari operano soltanto 4 chirurghi impegnati ad estrarre verruche. La sanità è stata trasformata in un postificio elettorale e i due miliardi di euro di debito accumulati non sono certo colpa di Scopelliti o del commissario dell’Asp».
Critica nei confronti delle scelte operate durante la presidenza Loiero è stata anche Rosa Maria Rullo, sindaco di Mongiana, che ha ricordato la chiusura di ostetricia e ginecologia a Serra, «senza che allora nessuno protestasse».

L’invito a non porre in essere «difese campanilistiche» è venuto dal sindacalista della Cgil, Schipano, mentre il consigliere di maggioranza Sergio Rizzo ha sottolineato il concetto stesso di diritto all’assistenza sanitaria, sancito dalla Costituzione, esaltando le finalità del Consiglio provinciale convocato su questi temi. «La provincia vibonese merita da parte della Regione la stessa attenzione delle altre province calabresi - ha affermato - . Non è possibile, ad esempio, che la piccola Locri abbia il doppio dei posti letto rispetto a Vibo».
Infine, il primo cittadino di Francavilla Angitola, Carmelo Nobile, ha denunciato la mancata convocazione della Conferenza dei sindaci in merito all’elaborazione del piano aziendale promosso dall’Asp. «È inammissibile - ha detto - che i Comuni siano stati tenuti fuori dalla programmazione».
edg

Nessun commento:

Posta un commento