giovedì 18 giugno 2009

Barbieri stigmatizza la politica aziendale di Trenitalia che penalizza la Calabria: «Espressione dell’indifferenza del Governo verso il Sud»

«L’entrata in vigore del nuovo orario adottato da Trenitalia ha portato a un aumento medio del 10 per cento del prezzo dei biglietti, all’abolizione degli Intercity, sostituiti con i più costosi Eurostar, all’obbligo di prenotazione per tutti i treni, con conseguente aumento complessivo delle tariffe, alla chiusura di altre biglietterie e alla crescita dei rischi legati alla sicurezza del trasporto dovuta all’abolizione del doppio macchinista».
È quanto afferma con preoccupazione l’assessore provinciale ai Trasporti Paolo Barbieri (nella foto), analizzando gli ultimi provvedimenti posti in essere da Trenitalia. «In un quadro generale così allarmante dal punto di vista economico - fa notare Barbieri - non possono essere ulteriormente penalizzati il Sud e la Calabria. Dopo i gravi disagi causati lo scorso inverno dalla chiusura della linea ferroviaria tra Vibo Pizzo e Mileto, la stagione turistica ormai avviata è di fatto penalizzata dagli ulteriori tagli all’offerta complessiva, con evidenti disagi anche per i pendolari. Aggiungiamoci anche il braccio di ferro tra le Regioni e Trenitalia per il rinnovo dei contratti di servizio - aggiunge l’amministratore provinciale - ed è ben chiara la strategia della società che opera in regime di monopolio e adotta politiche commerciali tese a massimizzare i profitti senza la contropartita di un miglioramento qualitativo e quantitativo dei servizi offerti. E intanto il Governo, che controlla Trenitalia attraverso il Ministero del Tesoro, non muove un dito».
Una denuncia vibrante che chiama direttamente in causa Palazzo Chigi, «che ogni anno decide l’entità dei fondi da destinare alle Regioni per concludere i contratti di servizio con Trenitalia, giuridicamente autonoma ma controllata dal Governo». «Una situazione paradossale - continua Barbieri - della quale il Sud continua a pagare lo scotto, senza contare i consistenti tagli che hanno riguardato i fondi per le aree sotto utilizzate (Fas, ndr) e le risorse per l’ammodernamento delle infrastrutture meridionali, previsti dalla Finanziaria 2008, ma dirottati dal centrodestra per pagare la cambiale elettorale sul taglio dell’Ici. Queste sono le misure concrete adottate dal Governo Berlusconi-Bossi che ha cancellato il Mezzogiorno dalle politiche di sviluppo». Barbieri, inoltre, punta il dito anche contro ciò che definisce come «l’assoluta indifferenza e il silenzio dei numerosi parlamentari meridionali, eletti tra le fila della maggioranza di governo, che continuano a votare provvedimenti penalizzanti per il Sud, depauperando ulteriormente questa parte del Paese».
«È questo il biglietto da visita di una classe politica non all’altezza del compito affidatole - conclude -, che a casa propria raccoglie voti e fa promesse, ma una volta a Roma vota senza fiatare provvedimenti contro il Mezzogiorno e la Calabria».
p.p

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