Sull’importanza del Piano territoriale di coordinamento provinciale (Ptcp), che in futuro rappresenterà l’unico riferimento in materia di sviluppo economico, urbanistico e di tutela ambientale, ci sono pochi dubbi.
Le perplessità, invece, riguardano soprattutto i tempi e la complessità del quadro normativo di riferimento, formato da un groviglio di disposizioni nazionali, regionali e comunitarie succedutesi nel tempo, che nei fatti hanno impedito sino ad oggi il varo definitivo di questo prezioso strumento di programmazione.
Così, la Provincia di Vibo Valentia, prima in Calabria ad approvare nel 2004 il Ptcp dopo un lungo lavoro di concertazione con i Comuni, è stata costretta a rimodularlo per adeguarlo alle successive linee guida espresse dalla Regione (adottate come soluzione alternativa al Quadro territoriale regionale, che avrebbe dovuto rappresentare il vero canovaccio dei piani provinciali) e per elaborare la Valutazione strategica ambientale (Vas), strumento tecnico previsto dall’Unione europea per valutare l’impatto sull’ambiente dei programmi di sviluppo.
La nuova bozza è stata presentata oggi dall’assessore alla Programmazione territoriale, Paolo Barbieri, e dal vice presidente della Giunta Giuseppe Barbuto, in un incontro al quale sono stati invitati i sindaci vibonesi ed i rappresentanti degli ordini professionali, delle associazioni di categoria e delle organizzazioni sindacali. A illustrare nel dettaglio il Ptcp sono stati gli esperti dell’Istituto di ricerca interdisciplinare Ismeri Europa (che a suo tempo si aggiudicò la gara per l’elaborazione del piano), Georg Josef Frisch e Elisa Anna Di Palma.
Pochi, comunque, gli amministratori comunali presenti, a dimostrazione della scarsa sensibilità che si spesso registra intorno a questa problematica, forse proprio a causa dell’incertezza normativa che negli anni ha caratterizzato la questione.
«Eppure, il Ptcp attua in pieno il forte decentramento amministrativo previsto dalla riforma del Titolo V della Costituzione, affidando alle Province l’importante compito di coordinare lo sviluppo dell’intero territorio di propria competenza in un’ottica di salvaguardia ambientale - ha spiegato Barbieri in apertura dell’incontro -. Nonostante la Provincia di Vibo Valentia sia stata la prima a dotarsi del Ptcp, abbiamo dovuto rimodularlo per adeguarlo alle linee guida regionali e per adottare la Valutazione ambientale strategica».
Barbieri ha dunque accennato ai quattro principali obiettivi previsti dal piano, individuati con riferimento ad altrettante macro aree: sviluppo della fascia costiera; ottimizzazione del sistema urbano della città capoluogo; promozione del distretto industriale del Mesima, quale naturale raccordo tra il porto di Gioia Tauro e l’aeroporto di Lamezia; valorizzazione paesaggistica e ambientale delle aree interne e montane, con particolare attenzione alle produzioni tipiche. Il tutto inserito in un contesto generale di tutela ambientale, con particolare attenzione alla salvaguardia idrogeologica del territorio.
Alla luce dell’importanza delle tematiche trattate, anche il vice presidente Barbuto ha stigmatizzato l’assenza di molti sindaci, auspicando un atteggiamento diverso quando si passerà alla concertazione vera e propria con le Amministrazioni comunali, in vista dell’approvazione definitiva del documento che sarà poi trasmesso alla Regione per la ratifica finale.
Le perplessità, invece, riguardano soprattutto i tempi e la complessità del quadro normativo di riferimento, formato da un groviglio di disposizioni nazionali, regionali e comunitarie succedutesi nel tempo, che nei fatti hanno impedito sino ad oggi il varo definitivo di questo prezioso strumento di programmazione.
Così, la Provincia di Vibo Valentia, prima in Calabria ad approvare nel 2004 il Ptcp dopo un lungo lavoro di concertazione con i Comuni, è stata costretta a rimodularlo per adeguarlo alle successive linee guida espresse dalla Regione (adottate come soluzione alternativa al Quadro territoriale regionale, che avrebbe dovuto rappresentare il vero canovaccio dei piani provinciali) e per elaborare la Valutazione strategica ambientale (Vas), strumento tecnico previsto dall’Unione europea per valutare l’impatto sull’ambiente dei programmi di sviluppo.
La nuova bozza è stata presentata oggi dall’assessore alla Programmazione territoriale, Paolo Barbieri, e dal vice presidente della Giunta Giuseppe Barbuto, in un incontro al quale sono stati invitati i sindaci vibonesi ed i rappresentanti degli ordini professionali, delle associazioni di categoria e delle organizzazioni sindacali. A illustrare nel dettaglio il Ptcp sono stati gli esperti dell’Istituto di ricerca interdisciplinare Ismeri Europa (che a suo tempo si aggiudicò la gara per l’elaborazione del piano), Georg Josef Frisch e Elisa Anna Di Palma.
Pochi, comunque, gli amministratori comunali presenti, a dimostrazione della scarsa sensibilità che si spesso registra intorno a questa problematica, forse proprio a causa dell’incertezza normativa che negli anni ha caratterizzato la questione.
«Eppure, il Ptcp attua in pieno il forte decentramento amministrativo previsto dalla riforma del Titolo V della Costituzione, affidando alle Province l’importante compito di coordinare lo sviluppo dell’intero territorio di propria competenza in un’ottica di salvaguardia ambientale - ha spiegato Barbieri in apertura dell’incontro -. Nonostante la Provincia di Vibo Valentia sia stata la prima a dotarsi del Ptcp, abbiamo dovuto rimodularlo per adeguarlo alle linee guida regionali e per adottare la Valutazione ambientale strategica».
Barbieri ha dunque accennato ai quattro principali obiettivi previsti dal piano, individuati con riferimento ad altrettante macro aree: sviluppo della fascia costiera; ottimizzazione del sistema urbano della città capoluogo; promozione del distretto industriale del Mesima, quale naturale raccordo tra il porto di Gioia Tauro e l’aeroporto di Lamezia; valorizzazione paesaggistica e ambientale delle aree interne e montane, con particolare attenzione alle produzioni tipiche. Il tutto inserito in un contesto generale di tutela ambientale, con particolare attenzione alla salvaguardia idrogeologica del territorio.
Alla luce dell’importanza delle tematiche trattate, anche il vice presidente Barbuto ha stigmatizzato l’assenza di molti sindaci, auspicando un atteggiamento diverso quando si passerà alla concertazione vera e propria con le Amministrazioni comunali, in vista dell’approvazione definitiva del documento che sarà poi trasmesso alla Regione per la ratifica finale.
edg
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