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opo un lungo periodo di assenza, la vela d’altura torna nelle acque calabresi.
Domenica 14 novembre, infatti, lo specchio di mare tra Vibo Marina e Tropea sarà il campo di gara della quinta edizione del campionato invernale vela d’altura del Tirreno meridionale, organizzato dal Circolo velico Santa Venere di Vibo Marina (affiliato alla Federazione italiana) e patrocinato dalla Provincia di Vibo Valentia - Assessorato allo Sport e al Turismo, guidato da Gianluca Callipo. Importante ai fini organizzativi anche la disponibilità offerta dai pontili “Stella del Sud”, “Azzurra” e “Marina di Carmelo” di Vibo Marina e dal Porto di Tropea, grazie ai quali sarà possibile ospitare le imbarcazioni in gara.Numerosi equipaggi provenienti da Calabria e Sicilia, dunque, si daranno battaglia animando le 8 prove in programma (alcune delle quali prevedono tappe a Reggio Calabria), suddivise in 2 manche.A confrontarsi saranno diverse tipologie di imbarcazioni, da quelle più tecnologicamente avanzate a quelle d’epoca, passando per le comode barche familiari. Nonostante le differenze strutturali e tecniche, i diversi natanti potranno gareggiare insieme grazie all’adozione di un sistema di rating che attribuirà a ciascun equipaggio un determinato punteggio in base alle caratteristiche specifiche dell’imbarcazione utilizzata.La collaborazione con l’assessorato allo Sport e al Turismo, inoltre, prevede anche l’istituzione, sempre nell’ambito del campionato, di un trofeo provinciale challenge, per l’assegnazione del quale si gareggerà il Primo maggio 2011.
«Le regate veliche oltre a essere eventi sportivi di un certo livello, rappresentano anche un’ottima occasione di promozione territoriale - ha spiegato Callipo -, a maggior ragione quando le gare, come in questa occasione, sono organizzate in un periodo dell’anno di bassa affluenza turistica». edg

Gli obiettivi della Provincia li ha dichiarati il presidente Francesco De Nisi (foto) in apertura dell’incontro: salvaguardare le esigenze didattiche e al contempo evitare la soppressione delle dirigenze scolastiche; in altre parole, confermare l’organizzazione in vigore.
È questa la rotta che l’Ente intende seguire nella rimodulazione del piano di dimensionamento scolastico, in vista della quale oggi si è tenuta la conferenza provinciale con la partecipazione dei sindaci, dei dirigenti scolastici, delle organizzazioni sindacali e delle rappresentanze di categoria.
L’incontro, tenutosi nella sala consiliare, si è reso necessario per adempiere alla normativa in materia (a cominciare dal dpr 233/98) e alle direttive della Regione che impongono la rielaborazione del piano organizzativo della rete scolastica, nonostante quello in vigore sia stato varato dalla Provincia meno di due anni fa.
«Intervenire così spesso sull’organizzazione delle istituzioni scolastiche non aiuta certo la scuola nel suo complesso - ha sottolineato De Nisi - perché toglie serenità alla programmazione, ma non possiamo certo esimerci dall’adempiere ad una precisa disposizione normativa. Numeri alla mano, sono 4 o 5 le dirigenze che corrono il rischio di essere soppresse, ma il nostro obiettivo è salvaguardarle tutte, tutelando al contempo le esigenze di alunni e famiglie. Per far ciò è necessaria la collaborazione di tutti, affinché le soluzioni adottate siano pienamente condivise ed efficaci».
Il presidente, inoltre, ha stigmatizzato le strumentalizzazioni e le polemiche che hanno caratterizzato in passato il varo del piano di dimensionamento, «che rappresenta uno strumento organizzativo che deve puntare all’ottimizzazione del sistema scolastico e non deve essere usato per far politica». «Dal canto nostro - ha concluso - non ci sono posizioni preconcette, ma esclusivamente esigenze di tutela dell’offerta formativa e dei posti di lavoro».
Con De Nisi, ad esporre finalità e obiettivi della rimodulazione, c’erano anche il direttore dell’Ufficio scolastico provinciale, Vito Primerano, il funzionario regionale delegato ad
esporre le linee d’indirizzo adottate in materia dalla giunta Scopelliti, Sonia Talarico, e il presidente del Consiglio scolastico Mario Iozzo.
Dalla discussione, corroborata da numerosi interventi, è emersa sostanzialmente la volontà generale di operare per mantenere lo status quo, confermando il vecchio piano di dimensionamento, compatibilmente con le variazioni registrate negli ultimi mesi nella popolazione scolastica.
In questo processo, è stato sottolineato, è fondamentale l’apporto dei Comuni, che hanno competenza esclusiva sulle scuole materne e dell’infanzia. Sono le amministrazioni comunali, infatti, che - dopo essersi confrontate con le rappresentanze sindacali e d’istituto - devono deliberare i piani locali e trasmetterli alla Provincia, che a sua volta provvederà all’elaborazione del quadro complessivo di dimensionamento da inviare alla Regione per l’approvazione finale.
In merito al ruolo dei Comuni, particolare rilevanza rivestono le decisioni che saranno assunte dall’Amministrazione di Vibo Valentia, che - ha affermato De Nisi - verranno recepite in toto dalla Provincia. Una precisazione con la quale il presidente ha voluto stigmatizzare indirettamente le polemiche che hanno accompagnato a suo tempo il piano di dimensionamento attualmente in vigore, quando alcune scelte relative gli istituti ed ai plessi scolastici della città capoluogo vennero criticate e imputate alla Provincia, nonostante l’Ente si fosse limitato a recepire quanto deciso dal Comune.
Sull’efficacia del vecchio piano si è espressa anche l’ex assessore provinciale alla Pubblica istruzione Maria Salvia, oggi presente alla riunione in qualità di dirigente scolastico. Salvia, che è stata ringraziata per il lavoro svolto e invitata da De Nisi a intervenire, ha rivendicato la bontà delle scelte fatte in passato, ricordando che quell’assetto organizzativo ha consentito alla provincia vibonese di registrare il numero più basso di soppressioni di dirigenze scolastiche in Calabria.
Tra i numerosi interventi ci sono stati anche quelli dei rappresentanti sindacali, che hanno rimarcato le esigenze di salvaguardia occupazionale e di ottimizzazione dell’offerta formativa, chiedendo il massimo coinvolgimento nella redazione del piano. edg

Un Consiglio provinciale straordinario aperto alla partecipazione dei sindaci sulle criticità della sanità vibonese e sulle prospettive future alla luce del piano di rientro dal deficit deciso dalla Regione.
È questa l’iniziativa sollecitata dai sindaci del distretto socio-sanitario numero 2 dell’Asp di Vibo Valentia, accolta dal presidente dell’Assemblea Giuseppe Barilaro, che si appresta ora a convocare la conferenza dei capigruppo per fissare la data della seduta.
La proposta è stata formalizzata oggi, al termine di una riunione tenutasi negli uffici della presidenza del Consiglio provinciale, convocata dallo stesso Barilaro (che riveste anche la carica di sindaco di Acquaro) proprio con l’obiettivo di un confronto tra i primi cittadini dei Comuni montani, estremamente preoccupati dalle prospettive di smantellamento definitivo degli ospedali di Serra San Bruno e Soriano, già fortemente ridimensionati negli ultimi anni in termini di servizi offerti ai cittadini.
All’incontro hanno partecipato i sindaci Raffaele Lo Iacono (Serra), Francesco Bartone (Soriano), Sergio Cannatelli (Sorianello), Egidio Servello (Vallelonga), Francesco Andreacchi (Simbario) e Antonino Mirenzi (Vazzano). Presente, inoltre, anche il consigliere provinciale Giuseppe Raffele.
In apertura dei lavori, Barilaro ha fatto il punto della situazione, evidenziando quella che ha definito come «un’evidente incongruenza tra ciò che afferma il commissario dell’Asp, il quale parla di riconversione in senso restrittivo delle strutture ospedaliere, e ciò che affermano invece alcuni consiglieri regionali di centrodestra, che assicurano miglioramenti e ricadute positive in termini di servizi».
«Insomma, qual è la verità? Andiamo verso un definitivo smantellamento degli ospedali o c’è davvero la prospettiva di un miglioramento anche qualitativo dell’offerta sanitaria pubblica? - si è chiesto retoricamente Barilaro -. È arrivato il momento di scoprire le carte, senza ingannare i cittadini nascondendo le reali intenzioni della politica».
«Quello di Serra sembra ormai un ospedale da campo a causa della progressiva soppressione dei reparti - ha affermato Lo Iacono, rincarando la dose -. A questo punto chiediamo con forza l’atto aziendale (il documento che descrive gli obiettivi e l’organizzazione dell’Asp sul territorio, ndr) per avere piena conoscenza dei fini che si stanno perseguendo e avviare un confronto efficace tra politica e management».Identici dubbi sulla sorte dell’altro ospedale dell’area montana, quello di Soriano, sono stati espressi dal sindaco Bartone: «Occorre maggiore trasparenza sulle scelte che si stanno effettuando. Nessuno nega la necessità di attuare il piano di rientro, ma non si può ignorare quanto già deciso in questo senso nel 2002, quando per bilanciare il taglio dei costi si stabilì contestualmente il potenziamento di alcuni servizi primari».
In particolare, a sollevare le maggiori perplessità è il paventato trasferimento nel nosocomio di Serra del reparto di lunga degenza attualmente in funzione a Soriano. «Una scelta senza senso che comporta comunque un aggravio complessivo della spesa – ha sottolineato il vice sindaco di Soriano, Vincenzo Bellissimo, anch’egli presente alla riunione -. Forse il motivo è soltanto di natura politica, perché questo provvedimento consentirebbe a qualcuno di poter rivendicare presso i propri elettori il merito dell’attribuzione di un nuovo reparto a favore dell’ospedale serrese».
Per il sindaco di Vazzano, invece, il problema va affrontato nel contesto generale della sanità vibonese: «Il piano di rientro imposto dalla Regione - ha detto Mirenzi - non può essere subito senza reagire, soprattutto se si parte dall’assunto che la sanità pubblica deve offrire risposte innanzitutto a chi non ha risorse economiche sufficienti per usufruire delle strutture private».Sulla stessa lunghezza d’onda Andreacchi e Servello, che hanno sottolineato la necessità di riqualificare il concetto stesso di sanità pubblica nel Vibonese, dove nella maggior parte dei casi ci si limita a trasferire i pazienti in nosocomi delle province limitrofe, con l’inevitabile aggravio di costi.Infine, il consigliere provinciale Raffele ha messo l’accento sulla necessità di affrontare questa delicata problematica senza steccati politici: «Quella per una sanità migliore non può essere la battaglia di una parte contro l’altra, perché riguarda tutti i cittadini senza distinzioni. Ecco perché ritengo utile la convocazione di un Consiglio provinciale straordinario al quale partecipino i sindaci con i gonfaloni dei Comuni, a testimoniare il pieno coinvolgimento dei cittadini e delle amministrazioni locali».
Proposta che, come accennato all’inizio, è stata accolta con favore da tutti i presenti e che dovrebbe concretizzarsi entro la prossima settimana. edg

«Il Piano territoriale di coordinamento provinciale è uno strumento che inciderà profondamente sullo sviluppo del Vibonese. È quindi auspicabile un alto grado di partecipazione da parte di tutti i soggetti coinvolti, a cominciare dai Comuni, perché maggiore sarà la collaborazione maggiore sarà la sua efficacia».
Così il presidente della Provincia Francesco De Nisi ha introdotto i lavori della riunione (foto) nel corso della quale è stato illustrato il documento preliminare per l’elaborazione del nuovo Ptcp, adeguato alle linee guida espresse dalla Regione e integrato con la Valutazione ambientale strategica (Vas).
«Alla luce di quanto accaduto negli ultimi anni - ha continuato De Nisi, riferendosi ai danni causati dalle continue frane e alluvioni - è cruciale far coincidere gli obiettivi di sviluppo con le esigenze di sicurezza del territorio, che non può prescindere dalla tutela idrogeologica».
Alla riunione, tenutasi nella sala consiliare dell’Ente e aperta alla partecipazione dei sindaci, ha preso parte anche l’assessore provinciale alla Programmazione territoriale ed Urbanistica, Paolo Barbieri, che sin dalla precedente amministrazione segue la redazione del piano e coordina la sua stesura.
La Provincia di Vibo Valentia, infatti, è stata la prima in Calabria a varare il Ptcp, nel 2004, anticipando anche la Regione in ritardo sull’adozione delle linee guida a cui devono attenersi gli enti intermedi, approvate soltanto nel 2006. Da qui la necessità di adeguare il Piano territoriale di coordinamento provinciale, integrandolo inoltre con la Valutazione ambientale strategica, strumento di indirizzo di natura comunitaria recepito nel frattempo (anche questo in ritardo) dalla legislazione nazionale.
Un cotesto normativo complesso e asincrono, dunque, come ribadito anche oggi da Barbieri. «Con riguardo ai ritardi della Regione, è sintomatico, ad esempio, che manchi ancora il definitivo Quadro territoriale regionale (cioè il piano urbanistico della Calabria, ndr) approvato soltanto dalla Giunta ma non dal Consiglio regionale – ha evidenziato l’assessore –. Una situazione di incertezza legislativa che grava sulle prospettive di crescita, alla quale opponiamo comunque la nostra idea di sviluppo articolata nel Ptcp, nella consapevolezza che la programmazione non può fermarsi, soprattutto nell’ottica del decentramento amministrativo che affida alle Province l’importante compito di coordinare la crescita socio-economica del territorio».
Barbieri ha quindi accennato ai quattro principali obiettivi previsti dal piano, individuati con riferimento ad altrettante macro aree: sviluppo della fascia costiera e del settore turistico; ottimizzazione del sistema urbano della città capoluogo; promozione del distretto industriale del Mesima, quale naturale raccordo tra il porto di Gioia Tauro e l’aeroporto di Lamezia; valorizzazione paesaggistica e ambientale delle aree interne e montane, con particolare attenzione alle produzioni tipiche. Il tutto inserito in un contesto generale di tutela ambientale, con particolare attenzione alla salvaguardia idrogeologica del territorio.
Con riferimento a questi ultimi aspetti, particolare rilevanza riveste la Valutazione ambientale strategica, strumento non prescrittivo ma di indirizzo che deve essere elaborato attraverso la partecipazione dei Comuni, i quali devono indicare le peculiarità dei propri territori, sia con riferimento alle criticità ambientali che alle risorse naturali da valorizzare.
Il nuovo Ptcp, inoltre, dovrà tener conto delle novità intervenute dal 2004 ad oggi: Piano di assetto idrogeologico (Pai), Piano Versace, istituzione del Parco delle Serre e del Parco marino, Piano regionale di tutela delle acque. Tutti elementi di cui si dovrà tenere conto in sede di adeguamento del documento, come hanno spiegato anche gli esperti dell’Istituto di ricerca interdisciplinare Ismeri Europa, Georg Josef Frisch e Elisa Anna Di Palma, nel corso della loro relazione sugli aspetti tecnici.
Alla presentazione informale di oggi seguiranno ora le convocazioni delle conferenze con i soggetti istituzionali che devono partecipare alla nuova stesura, per arrivare entro la prossima primavera al varo del testo definitivo da trasmettere alla Regione per l’approvazione finale. edg

Il presidente dell’Amministrazione provinciale di Vibo Valentia, Francesco De Nisi, ha convocato per venerdì 5 novembre 2010, nella sala consiliare dell’Ente, la Conferenza provinciale di organizzazione della rete scolastica.
L’incontro - a cui sono stati invitati tutti i sindaci, i dirigenti scolastici, le organizzazioni sindacali e le rappresentanze di categoria - servirà per accogliere e valutare eventuali proposte in merito alla modifica del Piano di dimensionamento scolastico attualmente in vigore.«Consapevoli dei cambiamenti in atto, che potrebbero danneggiare il sistema scolastico vibonese - scrive De Nisi nella lettera di convocazione -, si ritiene indispensabile un forte impegno sia da parte della Provincia che di tutti i soggetti istituzionali coinvolti, attraverso una concreta collaborazione. A questo scopo è opportuno avviare un percorso condiviso e partecipato per la definizione di un programma unitario della politica scolastica vibonese per i prossimi anni».
A questo proposito, De Nisi invita a proporre le opportune modifiche al Piano di dimensionamento, «al fine di evitare perdite di unità lavorative, disagi per le famiglie e per la popolazione scolastica», inviando i suggerimenti entro il 2 novembre prossimo all’indirizzo email segreteriapresidente@provincia.vibovalentia.it
Inoltre, il presidente si è detto disponibile a incontrare i rappresentanti sindacali e di categoria prima della riunione del 5 novembre, al fine di vagliare preventivamente le proposte che saranno poi oggetto di un confronto più ampio. edg

Si sono tenuti oggi i primi esami per il conseguimento dell’idoneità professionale per l’esercizio dell’attività di trasporto, nazionale e internazionale, di merci.
A darne notizia è il comandante della Polizia provinciale, Giuseppe La Fortuna, che insieme al presidente della Provincia, Francesco De Nisi, annunciò nel giugno scorso l’istituzione delle commissioni che hanno il compito di valutare i concorrenti e rilasciare le relative idoneità.
Oltre a quella per l’esercizio dell’attività di trasporto merci, infatti, gli organismi in questione sono competenti anche in materia di trasporto passeggeri e abilitazione professionale per la gestione di agenzie di consulenza automobilistica.
Otto i concorrenti che oggi hanno sostenuto la prova scritta a risposta multipla, superata la quale si può accedere alla prova pratica.
Soddisfazione è stata espressa dal comandante La Fortuna, che ha sottolineato il rispetto del ruolino di marcia assunto dall’Amministrazione, che grazie all’istituzione delle commissioni esaminatrici e al regolare svolgimento degli esami ha dato piena attuazione al processo di decentramento amministrativo che affida alle Province la competenza in materia di abilitazione professionale, senza costringere i candidati vibonesi, come avveniva invece in passato, a recarsi a Catanzaro per sostenere le prove.
Entro la fine dell’anno, inoltre, si terranno anche gli esami di abilitazione per l’attività di trasporto passeggeri e la gestione di agenzie di consulenza automobilistica.edg

Sensibilizzare gli studenti e gli alunni delle scuole vibonesi sui temi ambientali, con particolare attenzione al riciclo dei rifiuti e alle forme di mobilità ecosostenibile. Questi gli obiettivi del Laboratorio territoriale di educazione ambientale (Labtervibo), promosso dalla Provincia e presentato oggi nel corso di una conferenza stampa (foto).
L’iniziativa, coordinata dall’assessore provinciale all’Ambiente Martino Porcelli, è finanziata con un contributo regionale di 104mila euro e coinvolge la cooperativa di studi oceanografici e ambientali Nautilus, unica struttura vibonese accreditata per la realizzazione di questi progetti, grazie alla lunga esperienza accumulata nel settore.
Con Labtervibo le scuole di ogni ordine e grado, anche parificate, potranno aderire ai percorsi formativi allestiti ad hoc per le diverse tipologie di studenti: una connotazione più ludica, ricca di esperimenti e dimostrazioni pratiche caratterizzerà i percorsi destinati ai bambini delle scuole dell’infanzia ed elementari, mentre maggiori approfondimenti scientifici saranno riservati ai ragazzi delle scuole medie e superiori.
Il progetto - che coinvolgerà almeno il 30 per cento degli istituti scolastici vibonesi - prevede attività formativa anche a favore degli adulti e, in particolare, dei docenti, che potranno apprendere metodologie di insegnamento specifiche e finalizzate alla diffusione dei temi legati alla tutela ambientale. Molti gli strumenti che verranno utilizzati, dai laboratori teatrali e creativi a quelli scientifici, dal web alle newsletter e agli opuscoli informativi..
La maggior parte del programma - che prevede anche momenti di ampio coinvolgimento collettivo con convegni sui principali temi trattati - verrà svolto nella sede della Nautilus, dove sono già disponibili e operativi gli strumenti didattici occorrenti, ma in caso di difficoltà di spostamento delle scolaresche, saranno gli esperti della cooperativa a raggiungere le sedi delle scuole coinvolte.
«L’obiettivo è quello di aumentare il grado di consapevolezza dei ragazzi su tematiche così importanti per lo sviluppo sostenibile del territorio - ha spiegato l’assessore Porcelli -, a cominciare dalla differenzazione dei rifiuti per un loro corretto smaltimento e riciclo. L’auspicio è che iniziative di questo genere possano consolidare sempre più nei giovani il senso di responsabilità verso la tutela ambientale, che non può prescindere dal contributo di ogni cittadino».
Sulla stessa lunghezza d’onda il direttore della Nautilus, Lorenzo Passaniti, che ha partecipato all’incontro con i giornalisti: «Il Laboratorio territoriale di educazione ambientale rappresenta un progetto già ampiamente collaudato (nel 2007 la prima esperienza di questo tipo, ndr) che offre un concreto contributo formativo. In attesa delle adesioni delle scuole interessate, la prima tappa di questo percorso sarà un convegno sulla mobilità che si terrà il 13 novembre prossimo».
Alla conferenza stampa ha partecipato anche il funzionario del Settore ambiente della Provincia, Teresa Valelà, che ha sottoscritto con la Regione la convenzione per l’avvio del progetto. edg

Nell’alveo di alcuni torrenti i mezzi della Provincia erano al lavoro già nella notte di sabato, con l’obiettivo di aumentare la portata idrica eliminando i detriti portati a valle dalle piogge che in quelle ore si facevano sempre più consistenti, sino al vero e proprio nubifragio che si è abbattuto sul Vibonese tra lunedì 18 e martedì 19 ottobre.
In particolare, le ruspe dell’Ente hanno operato giorno e notte sul torrente Sant’Anna, a Vibo Marina, evitando così l’esondazione del corso d’acqua, sul quale l’Amministrazione provinciale sta realizzando un articolato programma di interventi, avviato quest’estate, destinato alla messa in sicurezza definitiva.
Numerosi, inoltre, i sopralluoghi effettuati nelle ultime 48 ore dai tecnici provinciali, coordinati dal dirigente del Settore ambiente Gianfranco Comito, accompagnato dallo stesso presidente della Provincia Francesco De Nisi e dall’assessore all’Ambiente Martino Porcelli, che hanno voluto constatare personalmente l’entità dei danni nelle zone maggiormente colpite dalle copiose precipitazioni.
In particolare, insieme ai rappresentanti della Protezione civile, dei Vigili del fuoco e dei Comuni coinvolti, sono stati effettuati accurati sopralluoghi lungo la fascia costiera compresa tra Briatico e Tropea, dove maggiori sono state le conseguenze delle piogge.
La situazione più critica è stata riscontrata a Parghelia (nelle foto di Vittorio Bozzolo), dove la Provincia, nell’ambito delle proprie competenze relative alla gestione dei corsi d’acqua, ha monitorato i torrenti La Grazia, Bardano, Fiume, Cannamele e Croce, riscontrando numerosi danni causati da sbarramenti di detriti e frane.
Situazione simile anche a Briatico, con riferimento ai torrenti Murria e Spataro, e a
Zambrone, dove sfociano i fossi Spano, Ionà e Burrone. Dettagliate relazioni dei danni vengono approntate in queste ore dai tecnici provinciali che hanno effettuato i sopralluoghi, al fine di programmare gli interventi più urgenti per la messa in sicurezza, alcuni dei quali sono stati già avviati, con particolare riferimento alla rimozione dei massi e dei detriti negli alvei, che riducono la portata idrica.
«Quanto è accaduto negli ultimi giorni rientra negli eventi meteorici eccezionali e come tale deve essere affrontato - ha sottolineato il presidente De Nisi -. La Provincia sta facendo tutto il possibile per contenere i rischi e risolvere l’emergenza, ma è palese la necessità di un intervento straordinario da parte della Regione che deve necessariamente assicurare le risorse indispensabili per consentirci di avviare interventi strutturali che scongiurino ulteriori danni. In gioco non c’è soltanto la sicurezza dei cittadini, che rappresenta ovviamente la priorità, ma anche l’economia di questo territorio che rischia concretamente di perdere l’unica risorsa disponibile, cioè il turismo».
A preoccupare De Nisi, infatti, sono le conseguenze sul settore a causa dei gravissimi danni subiti da numerose imprese, alcune delle quali rappresentano la punta di diamante dell’offerta turistica locale di qualità.
«La Regione ha il dovere di intervenire per offrire un aiuto concreto a queste aziende che si ritrovano oggi in una situazione gravissima - conclude il presidente della Provincia -. Centinaia di posti di lavoro sono a rischio insieme alle aziende da cui dipendono, ma è l’intero tessuto economico del Vibonese ad essere in pericolo, perché le imprese colpite sono tante e tutte di primaria importanza. Fortunatamente non ci sono state vittime, ma il territorio è stato gravemente ferito da questa ennesima alluvione. Mi auguro che Regione e Governo ne prendano atto, stanziando le risorse necessarie affinché si possa intervenire efficacemente per la migliorare la tenuta idrogeologica della costa e consentire alle imprese colpite di risollevarsi».
edg

«La vicenda del mancato accordo tra Regione e Asp da un lato e strutture sanitarie accreditate del Vibonese dall’altro dimostra purtroppo, una volta di più, quanta scarsa considerazione la politica regionale riservi a questo territorio».
Lo afferma il presidente della Provincia di Vibo Valentia, Francesco De Nisi, alla luce dell’oggettiva, clamorosa, discriminazione determinata dalla recente ripartizione dei fondi destinati alla sanità privata delle cinque province calabresi. «Siamo da sempre convinti della centralità della sanità pubblica ma non possiamo non rilevare come le sue numerose carenze ed inefficienze (si pensi anche solo alle lunghe liste d’attesa) portino spesso a una sostanziale negazione del diritto dei cittadini di avere un’assistenza sanitaria dignitosa - continua De Nisi -. In tale contesto acquista pertanto grande importanza la sanità convenzionata che consente agli utenti di fruire di servizi efficienti e in tempi sufficientemente rapidi. Ne dovrebbe conseguire, a nostro avviso, da parte della Regione una maggiore attenzione verso le strutture accreditate che, pur essendo finalizzate a legittime logiche aziendali e di profitto, nella situazione data rivestono una vera e propria dimensione “sociale”. Invece, per quanto riguarda il territorio vibonese, avviene il contrario, con il pesante taglio dei budget annuali e l’assegnazione di quote procapite ridicole ed offensive. Il mancato accordo - conclude il presidente della Provincia - significa per i nostri concittadini dover pagare per intero le prestazioni presso le strutture accreditate, prestazioni alle quali gli interessati sono oggettivamente costretti a causa dei tempi lunghi delle risposte da parte della sanità pubblica. Tutto questo si traduce in gravi problemi e disagi soprattutto per i soggetti socialmente più deboli e indigenti. Auspichiamo, pertanto, che da parte della Regione si torni sulla contestata decisione, per venire incontro ai bisogni di un territorio finora emarginato, rimediando alla mortificazione di una ripartizione dei fondi illogica e ingiusta». f.p.