mercoledì 15 luglio 2009

L’assessore all’Agricoltura tira le somme del ciclo di seminari sull’apicoltura promosso in collaborazione con numerose associazioni del settore

«L’assessorato provinciale all’Agricoltura è molto attento allo sviluppo dell’apicoltura biologica, perché rappresenta un importante segmento di mercato che trova nel Vibonese un’offerta di alta qualità, segno di un settore dalle grandi potenzialità».
Così l’assessore Nazzareno Fiorillo ha assicurato il sostegno della Provincia agli apicoltori riuniti nel convegno finale che ha chiuso un ciclo di seminari su queste tematiche, tenutosi dal 6 al 10 luglio, e promosso in collaborazione con il Centro documentazione Igea (Ispezioni e controlli per la garanzia ecologica dei processi agroalimentari), Aiab Calabria (Associazione italiana per l’agricoltura biologica), Icea (Istituto certificazione etica ambientale) e Abc (Agricoltura biologica calabria).
L’incontro conclusivo (nella foto) ha offerto una sintesi programmatica per lo sviluppo del settore, basata anche sugli esiti dei seminari precedenti, nel corso dei quali sono state affrontate con gli operatori del comparto le problematiche principali, a cominciare dagli aspetti normativi, passando per le tecniche di allevamento ed i trattamenti sanitari.
«Al momento attuale, l’apicoltura, compresa quella vibonese, sconta gli effetti devastanti della moria di api che ha caratterizzato il 2007 e il 2008, decimando la popolazione mondiale di imenotteri - ha spiegato Fiorillo -. Un fenomeno che ha generato un gravissimo allarme non soltanto tra gli operatori economici, ma anche nella comunità scientifica internazionale per le immaginabili conseguenze che una diminuzione drastica delle api avrebbe sull’ecosistema».
Il ciclo biologico delle api, infatti, è cruciale per la riproduzione di moltissime piante, comprese quelle da frutto, tanto che il grande scienziato Albert Einstein una volta disse: «Se le api sparissero dalla faccia della Terra all’umanità non resterebbero che 4 anni di vita».
«L’apicoltura biologica, quindi, va intesa non soltanto come un’importante realtà economica - ha ribadito Fiorillo -, ma anche come un’attività umana che ha enormi conseguenze positive sull’ambiente, a patto che venga svolta senza il ricorso indiscriminato a prodotti fitosanitari». Dal canto suo, Giuseppe Orrico (presidente Arac) ha sottolineato la necessità per gli apicoltori di fare sistema, anche attraverso forme di aggregazione imprenditorialie o associazionistica che consentano di essere più competitivi e aggiornati.
Di tutela del consumatore e di attività di marketing che puntino sull’esaltazione della qualità biologica del prodotto, ha parlato Mariano Serratore (Abc), citando l’esempio della ”Via del miele”, un’iniziativa che ha già dato buoni risultati e che potrebbe consentire anche al miele vibonese di ritagliarsi una nicchia di mercato più ampia e visibile. Sulla stessa lunghezza d’onda Luca Allais (Unapi) che ha relazionato sull’importanza della certificazione di qualità e sulla formazione degli addetti del comparto.
Salvino Moro (Aiab), infine, ha invece sottolineato gli aspetti di tutela ambientale che scaturiscono dall’apicoltura, offrendo la collaborazione della propria associazione per contribuire a difendere e valorizzare la produzione di miele di qualità.
edg

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