mercoledì 23 giugno 2010

L’Osservatorio sulle politiche sociali fotografa il calo demografico e traccia lo scenario di riferimento per la programmazione degli interventi

Il primo scatto dell’Osservatorio provinciale sulle Politiche sociali e sanitarie fotografa il bilancio demografico della provincia vibonese negli ultimi anni, evidenziando tutti gli indicatori principali, dall’andamento delle nascite al tasso di emigrazione, dall’invecchiamento della popolazione al numero di immigrati regolari presenti sul territorio.
Questa istantanea, che delinea lo scenario di riferimento in base al quale programmare gli interventi di politica sociale, costituisce il primo rapporto redatto dall’Osservatorio, presentato oggi nella sala consiliare dall’assessore provinciale alle Politiche sociali Maria Salvia, alla presenza dell’assessore regionale al ramo, Francescantonio Stillitani (foto).

In apertura dell’incontro, al quale hanno partecipato amministratori pubblici e rappresentanti del terzo settore, Salvia ha rimarcato le finalità della ricerca, che rappresenta «un prezioso strumento a disposizione dei Comuni, perché restituisce una dettagliata immagine demografica del territorio, rendendo più agevole e puntuale l’individuazione dei bisogni e la conseguente programmazione degli interventi».
«Questo rapporto, dunque, vuole essere un primo passo nella direzione di una più attenta politica sociale - ha aggiunto l’amministratore provinciale - che sappia dare risposte concrete alle istanze delle fasce sociali più deboli. In questo senso, fondamentale è il ruolo dei Comuni, mentre alla Provincia compete principalmente un’azione di coordinamento che renda organici ed efficaci i singoli interventi, interfacciandosi con l’interlocutore istituzionale principale rappresentato dalla Regione».

Concetti ribaditi e approfonditi dall’assessore Stillitani, che ha rimarcato la necessità di un nuovo approccio alle politiche sociali.
«Molti Comuni, in particolar modo quelli più piccoli, guardano a queste competenze come ad una fastidiosa grana piuttosto che un’opportunità di crescita - ha spiegato l’esponente del governo regionale -. Un atteggiamento causato anche dalla mancanza di preparazione di chi viene incaricato di gestire i servizi sociali. Un’approssimazione che spesso si traduce nella semplice distribuzione di contributi pubblici a chi vive situazioni di disagio, senza una programmazione organica e lungimirante, ma con finalità che a volte coincidono con quelle elettorali. Come Regione stiamo prendendo atto di questa impreparazione e intendiamo intervenire affinché le politiche sociali vengano affrontate in maniera competente ed efficace».
A dimostrazione della marginalità nella quale è stata relegata l’azione in materia sociale, Stllitani ha citato un dato statistico secondo il quale, a fronte di una media di oltre 100 euro per abitante in alcune Regioni del Nord, le risorse destinate in Calabria alle politiche sociali ammontano invece a circa 19 euro per abitante. Allo stesso modo, i servizi di assistenza pubblica per anziani e disabili nella nostra regione sono la metà della media nazionale.
«La Regione si appresta a destinare 30 milioni di euro per queste finalità - ha concluso Stillitani - ma è necessaria la piena collaborazione dei Comuni per non disperdere le risorse disponibili. In quest’ottica, siamo pronti a commissariare il settore dei servizi sociali in quelle Amministrazioni locali che non programmeranno interventi e non presenteranno progetti validi».
Tornando al rapporto presentato oggi, i curatori della ricerca - Daniela De Vita, Rosanna Liotti, Giuliana Morani e Vito Nardi - hanno illustrato nel dettaglio il lavoro svolto, sintetizzato in un opuscolo ricco di grafici e proiezioni statistiche.

In particolare, dallo studio condotto dall’Osservatorio emerge che la provincia di Vibo Valentia ha subito un forte calo demografico, registrando una diminuzione del 6,85 per cento dei residenti in 17 anni. Un trend non dovuto esclusivamente alla flessione delle nascite, ma principalmente all’alto tasso di emigrazione. Di contro, è stato riscontrato un aumento degli ultrasessantacinquenni, che sono passati da 29.708 del 2002 a 31.516 nel 2009.
A essere maggiormente colpiti dal fenomeno sono in particolar modo i comuni montani e pedemontani, anche se Joppolo, sulla costa, risulta essere il paese con il più alto indice di vecchiaia, mentre Ionadi si caratterizza invece come il più “giovane”.

La ricerca si è focalizzata anche sugli immigrati, mettendo in evidenza una folta comunità rumena (il 30,3 per cento degli stranieri presenti sul territorio) e marocchina (17,2 per cento). Per quanto riguarda le scuole e gli istituti superori, la percentuale di studenti stranieri - pari al 2,9 - sul totale degli iscritti, è nettamente inferiore all’incidenza nazionale (6,4 per cento), mentre supera di oltre un punto l’incidenza media riferita all’intero Mezzogiorno (1,7 per cento).
Interessante osservare, infine, che la gran parte di studenti stranieri scelgono i licei come corso di studi superiore, manifestando cosi implicitamente l’intenzione di proseguire all’università il proprio percorso formativo.
edg

Scarica QUI il Rapporto dell'Osservatorio sulle Politiche sociali

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