giovedì 16 settembre 2010

De Nisi smentisce le ipotesi di dimissioni: «Maggioranza solida, nessuna difficoltà». E striglia La Torre e Arone: «Opportunisti e incoerenti»

«Dimissioni? Ma non scherziamo. La maggioranza è solida, l’assalto alla diligenza della giunta si è sopito, c’è più serenità e voglia di lavorare bene. Le interpretazioni giornalistiche basate sul sentito dire non mi interessano, ciò che conta sono i fatti concreti ed i numeri, e quelli sono innegabili».
Il presidente della Provincia di Vibo Valentia, Francesco De Nisi (foto) smentisce il significato delle indiscrezioni pubblicate da un quotidiano locale, secondo le quali sarebbe pronto a dimettersi a causa delle tensioni nella maggioranza che sostiene la sua giunta.
«La stampa continua a vaticinare su rumors più o meno infondati che puntualmente vengono indicati come la prova inconfutabile di chissà quali sommovimenti politici - dice -. Ormai non si contano più le volte, ad esempio, in cui la giunta che presiedo è stata smontata e rimontata sulle pagine dei giornali. Eppure l’evidenza dei fatti è tutt’altra. In Consiglio non c’è mai stato un momento di difficoltà, mai una presa di distanza, mai un voto contrario alle aspettative dell’esecutivo. Mi sembra che questo valga più di tante chiacchiere».
Per De Nisi, dunque, la tenuta numerica della maggioranza non è in discussione, anche se non risparmia critiche ai consiglieri provinciali Gianfranco La Torre e Renato Arone, che hanno recentemente lasciato le fila del Pd costituendo in Consiglio provinciale la lista “Scopelliti presidente”, confluendo così nell’opposizione.

«Se il contributo che La Torre e Arone offriranno all’opposizione sarà pari a quello che hanno espresso nella maggioranza, allora non c’è molto da preoccuparsi - continua -. Hanno spiegato la loro scelta con molte argomentazioni e tutte pretestuose. Si cerca di far passare una scelta opportunistica, dettata probabilmente da interessi personali, per una decisione carica di significato politico. Non è così. Intanto, mentre i consiglieri La Torre e Arone maturavano la loro travagliata decisione, la Provincia lavorava al massimo delle proprie risicate possibilità finanziarie e andava avanti per affrontare i problemi veri, quelli della difficile quotidianità di un territorio che sconta l’abbandono totale di Governo e Regione, di cui i due consiglieri hanno deciso ora di condividere la responsabilità politica. Un carico niente male per gli ultimi arrivati, ma forse, dal loro punto di vista, il gioco vale la candela. In cambio offrono opposizione dura e pura, sebbene “costruttiva”, assicurano, giusto per dar fondo a tutti i luoghi comuni del politichese. Così, però, anche l’ultimo briciolo di coerenza va a farsi benedire. La Torre dice di essere andato via anche perché stanco della litigiosità nel Pd, al quale si vanta di aver portato “decine e decine di tesserati veri”. Chissà come saranno contenti, i suoi tesserati veri, di questa crisi di identità politica risolta con una capriola a destra. La stessa destra, quella del presidente Scopelliti, che facendo eco al governo Berlusconi, parlava di nuovo piano Marshall per il Sud e la Calabria, 250 miliardi di euro in 5 anni da destinare al Mezzogiorno, mica bruscolini. Sorti magnifiche e progressive che devono aver persuaso anche La Torre e Arone. Cercheremo di farcene una ragione in fretta - conclude De Nisi -, perché ci sono cose molto più importanti a cui pensare e di queste sceneggiate pseudopolitiche i cittadini sono davvero stanchi».
edg

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