venerdì 17 settembre 2010

Presentato il progetto di restauro e riconversione della chiesa cinquecentesca che diventerà l’auditorium del conservatorio



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«Intervenire su una chiesa del Cinquecento da riconvertire in auditorium salvaguardandone la valenza storica e architettonica non è cosa di tutti giorni».
È in questa affermazione della sovrintendente ai beni archeologici del Vibonese, Maria Teresa Iannelli - presente oggi alla presentazione del progetto di restauro della chiesa dello Spirito Santo (foto) -, la sintesi dell’ambizioso intervento promosso dall’Amministrazione provinciale.
All’incontro con i giornalisti nella sala del Consiglio hanno preso parte, oltre a Iannelli, il presidente dell’Ente Francesco De Nisi, il sindaco della città capoluogo Nicola D’Agostino, il vescovo di Mileto Luigi Renzo, il direttore del Conservatorio Torrefranca Antonella Barbarossa e l’architetto Ugo Staropoli, che insieme ai colleghi Pasquale Vartuli e Domenico Sch
iavello, ha redatto il progetto.
I lavori – di importo complessivo pari a un milione di euro - cominceranno entro il prossimo mese, per concludersi dopo un anno. Il risultato atteso è la realizzazione di un auditorium cittadino capace di contenere circa 300 persone, destinato principalmente a ospitare i concerti di musica sinfonica del Conservatorio Torrefranca, che da sempre sconta la mancanza di una struttura adeguata a questo scopo.
Il recupero e la riconversione di questo antico luogo di culto erano stati ipotizzati da tempo, ma soltanto recentemente, grazie alla sinergia istauratasi tra Diocesi (proprietaria dell’immobile) e Provincia (che finanzia e realizza l’opera) si è potuti procedere al
completamento del progetto, supervisionato dalla Sovrintendenza per la rilevanza archeologica dell’edificio, che risale al 1579, quando la chiesa fu costruita su disposizione di Papa Gregorio XII. Chiusa al culto nel 1946 a causa di danni strutturali determinati da copiose infiltrazioni d’acqua, la chiesa dello Spirito Santo ha rappresentato nel corso dei secoli il fulcro del centro storico cittadino, rivestendo anche la funzione di Duomo di Monteleone a partire dal 1614.
Oggi, a parte il tetto rifatto nel 2002, l’immobile versa in stato di completo abbandono e il suo recupero assume dunque un significato particolarmente rilevante per Vibo Valentia.
Aspetto, quest’ultimo, che è stato sottolineato da
tutti i presenti. In particolare, il presidente Francesco De Nisi ha rimarcato il significato urbanistico dell’intervento, «che contribuirà a riqualificare il centro storico della città».
«Un impegno da parte della Provincia a favore della città capoluogo che non si fermerà qui - ha affermato De Nisi -, perché quest’opera rappresenta soltanto una delle infrastrutture programmate dall’Amministrazione provinciale, che presto saranno consegnate alla città».
Sulla sinergia tra Diocesi ed Enti locali ha insistito anche il vescovo Renzo, sottolineando l’importanza di questa collaborazione «che può favorire il rilancio del territorio». «Questo progetto ha valenza sia culturale che sociale - ha affermato il prelato -, perché restituisce alla comunità vibonese un edificio monumentale di grande pregio, ma al contempo offre anche un nuovo luogo di fruizione pubblica destinato a ospitare manifestazioni artistiche. E tutto ciò grazie alla collaborazione tra Diocesi, Provincia, Comune (che ha messo a disposizione alcuni locali attigui alla chiesa, ndr) e Sovrintendenza».
Soddisfazione è stata espressa dal sindaco D’Agostino, che ha evidenziato come questo intervento si inserisca «in un disegno complessivo di recupero del centro storico».
«Sapere che finalmente il Conservatorio potrà avere un auditorium per la sua produzione sinfonica è una grande gioia», ha aggiunto dal canto suo la direttrice del Torrefranca, assicurando che seguirà personalmente l’esecuzione dei lavori per essere certa che la resa acustica della sala sia alla fine all’altezza delle aspettative.
Infine, sugli aspetti tecnici ha relazionato Staropoli, che ha posto l’attenzione sulla stratificazione storica che caratterizza l’edificio, riscontrata durante le indagini di progettazione: «Ogni pietra di questa chiesa racconta la sua storia, una storia secolare che rispetteremo cercando di utilizzare ogni elemento architettonico e costruttivo preesistente».

edg


Foto di Vittorio Bozzolo

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