giovedì 11 giugno 2009

Valorizzazione delle uve locali, l’assessore Fiorillo incontra esperti e operatori del settore per avviare una pianificazione concertata

Valorizzare adeguatamente i vigneti autoctoni, avviando una pianificazione concertata che crei sinergia tra istituzioni locali, agricoltori, scuola, università e operatori del settore agrituristico. Questo l’obiettivo dell’iniziativa promossa dall’assessorato provinciale all’Agricoltura, guidato da Nazzareno Fiorillo, e dal presidente della Proloco di Pizzo, Emanuele Stillitani, che hanno incontrato numerosi operatori ed esperti del comparto, per avviare la realizzazione di questo ambizioso progetto.
La riunione, tenutasi a Pizzo nei locali della Proloco, si è aperta con la relazione introduttiva di Stillitani, che ha messo in luce i vantaggi e le opportunità insite nel recupero delle specie autoctone, a cominciare dall’uva Zibibbo, sia con riferimento alla varietà “da tavola”, che a quella da destinare alla produzione di vini pregiati da dessert, come il passito di Pizzo.
Sulla stessa lunghezza d’onda l’assessore provinciale, che ha allargato l’orizzonte produttivo a gran parte del territorio vibonese, sottolineando le caratteristiche di qualità e appetibilità di numerose uve locali. «In un momento di crisi economica come quello attuale - ha affermato Fiorillo - occorre far emergere e valorizzare adeguatamente le potenzialità dei prodotti tipici del nostro territorio. Lo Zibibbo di Pizzo, così come il vino greco di Dinami e le produzioni vinicole di Brattirò rappresentano, infatti, delle vere e proprie eccellenze». Premessa sulla quale ha poggiato la sua proposta: «Istituiamo subito una piccola cantina, dimensionata al territorio, che con l’ausilio di adeguate maestranze possa avviare produzioni di carattere sperimentale. Sarebbe il primo passo concreto verso la creazione di vini locali di qualità certificata».
Un progetto che, però, non può prescindere da adempimenti normativi ben precisi, come ha sottolineato Rocco Zappia, professore della Facoltà di agraria dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, il quale ha sollecitato l’assegnazione da parte della Regione delle quote di terreno agricolo coltivabili a vite. «Inoltre - ha aggiunto il docente universitario -, occorre far leva su una puntuale programmazione dello sviluppo agricolo su scala provinciale, che tenga conto delle vocazioni e delle peculiarità delle diverse aree. In questo contesto, è cruciale avviare lo studio scientifico delle varietà viticole, per mappare con precisione genetica le specie presenti sul territorio».
Dell’importanza di mettere in stretta correlazione la scuola e l’università - che vantano al loro interno grandi professionalità e competenze -, con le istituzioni e il tessuto produttivo, ha parlato Franco Daniele, docente di Chimica all’Istituto industriale di Vibo Valentia. «È questa sinergia la via maestra da seguire per favorire uno sviluppo organico del settore - ha aggiunto -, che deve riuscire, inoltre, a coniugare la tradizione contadina con le moderne tecniche di coltivazione e produzione».
Dal canto suo, Domenico Borello, amministratore delegato di Vibo Sviluppo, ha evidenziato come le piccole produzioni locali, quelle che spesso vengono definite di nicchia, possano rappresentare un importante stimolo per l’intero comparto agricolo, soprattutto in un contesto di recessione economica come quello attuale, che ha messo in ginocchio la grande industria.
All’incontro hanno dato il loro qualificato contributo, tra gli altri, il divulgatore Arsa Mario Scordamaglia, il professore Nicola Iozzo, il presidente dell’associazione culturale “Enotria” di Brattirò Pasquale Costa, l’imprenditore Francesco Rombolà, e Domenico Pascali, collaboratore dell’assessorato provinciale all’Agricoltura.
p.p.

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