lunedì 31 agosto 2009

Summer Peace University, 9 studenti stranieri in Calabria con le loro storie di ingiustizia e diritti negati per parlare di pace tra i popoli

All’apparenza sono studenti stranieri come tanti altri, giovani e spensierati, contenti di essere in Calabria per un progetto di studio, ammaliati dal mare della Costa degli Dei e dal sole caldo di questa estate ormai agli sgoccioli.
Ma in fondo ai loro occhi si agita l’inquietudine di un’esperienza di vita fatta di violenza e sopraffazione, di parenti o amici spariti nel nulla, di sequestri di familiari rivendicati con arroganza criminale, di ingiustizie perpetrate impunemente.

Un’ombra che riaffiora dai loro sguardi quando il discorso affronta il tema dei diritti umani negati, dell’arruolamento coatto tra le fila di gruppi paramilitari, dei desaparecidos, della supremazia incontrastata dei narcotrafficanti.
Ognuno dei 9 studenti universitari (foto sopra) che partecipano all’iniziativa “Summer Peace University” - promossa dall’Istituto Superiore Calabrese di Politiche Internazionali (Iscapi), in collaborazione con la Ingrid Betancourt Fondation - ha una toccante storia personale da raccontare, un’ingiustizia da additare all’indifferenza del mondo, una lacrima da ricacciare indietro con la forza del riscatto e la voglia di vivere una vita migliore.
Colombia, Brasile, Argentina e Israele sono i paesi dai quali provengono per prendere parte a questo progetto di natura itinerante, che prevede il coinvolgimento di un gruppo di studenti universitari stranieri, figli di perseguitati politici o di vittime di sequestri di persona da parte di organizzazioni terroristiche, al fine di partecipare ad un percorso formativo incentrato sulle tematiche relative alla cooperazione internazionale e alla pace tra i popoli, oltre che sull’apprendimento della lingua e della cultura italiana.
Arrivati nella nostra regione all’inizio di agosto, i partecipanti soggiornano a rotazione nei quattro comuni che ospitano le Scuole della Sapienza (istituti che dipendono dall’Iscapi e che partecipano al programma Pitagora Mundus): Santa Severina, Fuscaldo, Cosenza e Spilinga. Ed è proprio il sindaco del piccolo centro vibonese, Franco Barbalace, ad aver fortemente voluto che l’iniziativa facesse tappa anche qui, come è stato spiegato nel corso della conferenza stampa di oggi (foto a fianco), convocata nella sede dell’Amministrazione provinciale per illustrare obiettivi e finalità del progetto. All’incontro con i giornalisti, oltre agli studenti, hanno preso gli assessori provinciali Michelangelo Mirabello (Cultura) e Maria Salvia (Istruzione), il presidente dell’Iscapi, Salvatore La Porta e, come accennato, il primo cittadino di Spilinga.
«Gli studenti partecipanti - ha spiegato La Porta - sono stati selezionati per essere quanto più possibile rappresentativi delle principali problematiche che riguardano i loro paesi d’origine, vere e proprie testimonianze di vita per sensibilizzare tutti noi su realtà che spesso consideriamo lontanissime dalla nostra quotidianità, relegate come sono nelle notizie dei giornali e dei tg».
Ispirato dalla visita in Calabria, nel luglio del 2008, del Premio Nobel per la pace Lech Walesa, l’Iscapi ha siglato un accordo con la fondazione di Ingrid Betancourt per la realizzazione di questo progetto, che, oltre ad un rigido programma di studi, prevede una vera e propria full immersion nelle tradizioni e nella cultura calabrese. Il fine ultimo è quello di creare un network internazionale della cooperazione e della pace tra i popoli, che abbia nei giovani il principale motore propulsivo.
Grande soddisfazione è stata espressa dal sindaco Barbalace, che ha esaltato questo approccio, sottolineando che «la pace va costruita e alimentata dal basso, radicando nei giovani principi di tolleranza e di convivenza civile».

«Siamo orgogliosi di accogliere questi ragazzi - ha aggiunto Barbalace -, non soltanto per il valore intrinseco del progetto a cui partecipano, ma anche perché la loro presenza stimola profonde riflessioni su temi così cruciali. Ospitare questa tappa della Summer Peace University, inoltre, è anche un modo per dare centralità a Spilinga, che senza l’adesione ad iniziative di questo tipo rischierebbe l’isolamento culturale. Purtroppo, nonostante i nostri sforzi, spesso troviamo le porte chiuse, ma fortunatamente esistono interlocutori come l’Iscapi e la Provincia che dimostrano con i fatti di voler promuovere la cultura anche nei piccoli centri dell’entroterra».
Sulla stessa lunghezza d’onda l’assessore Mirabello, che ha dato merito a Barbalace dell’impegno profuso a favore di questa iniziativa, sottolineando l’importanza di promuovere il confronto e il dibattito su temi di tale natura.
«La presenza di questi studenti stranieri nel Vibonese è un’occasione preziosa per approfondire problematiche che spesso consideriamo aliene alla nostra realtà - ha sottolineato Mirabello –, ma in un mondo così interconnesso come quello attuale non c’è spazio per la deresponsabilizzazione, perché ognuno di noi ha il dovere di promuovere il consolidamento definitivo di quei valori universali di pace e cooperazione senza i quali il futuro non sarà mai davvero migliore».
edg

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