giovedì 25 febbraio 2010

La Provincia attiva un numero verde per la denuncia anonima dei reati ambientali. De Nisi: «Bisogna infrangere il muro di omertà»

Un numero verde - 800 083 525 - al quale chiamare per denunciare anonimamente reati ambientali come discariche abusive, immissione di sostanze nocive nei corsi d’acqua, allacci fognari illegali.
È questo il nuovo servizio attivato dalla Provincia e presentato ufficialmente oggi dal presidente Francesco De Nisi e dall’assessore all’Ambiente Martino Porcelli, nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno partecipato anche il prefetto di Vibo Valentia, Luisa Latella, e l’assessore regionale Silvio Greco.
Presenti anche l’ex assessore provinciale
Francesco Marcianò e tutti i rappresentanti dell’Osservatorio provinciale permanente sull’Ambiente, di cui fanno parte, tra gli altri, carabinieri, guardia di finanza, corpo forestale dello Stato, capitaneria di porto, Ato, Arpacal e Regione. L’iniziativa adottata dalla Provincia, infatti, scaturisce da un protocollo d’intesa siglato nel 2008 dai soggetti istituzionali che compongono l’Osservatorio.
«Il nuovo servizio gratuito dà la possibilità a chi chiama di mantenere l’anonimato - ha spiegato Porcelli in apertura dell’incontro - e questo può rappresentare un forte incentivo a denunciare. La
Provincia, attraverso i propri operatori, raccoglierà le segnalazioni e qualora si riscontri una notizia di reato questa verrà immediatamente comunicata alla Procura della Repubblica».
Una prima scrematura per valutare la fondatezza delle segnalazioni, dunque, verrà effettuata alla fonte, mentre la polizia provinciale, oggi rappresentata in conferenza stampa dal vice comandante Giuseppe La Fortuna, svolgerà i sopralluoghi qualora si renda necessario riscontrare la veridicità e la gravità di quanto denunciato al numero verde
«Purtroppo esiste ancora grande omertà verso i comportamenti illeciti - ha spiegato il presidente De Nisi - e ciò aggrava ulteriormente problemi già estremamente pressanti come l’inquinamento. Tutto viene demandato all’iniziativa di magistratura e forze dell’ordine, anche se la discarica abusiva ce la ritroviamo fuori casa. Con questo servizio, dunque, diamo la possibilità di denunciare abusi e reati contro l’ambiente senza l’obbligo di dichiarare le proprie generalità, nell’auspicio che il numero verde serva non soltanto per reprimere i reati commessi, ma sia capace di esprimere anche una notevole deterrenza».
Di segnale positivo per il territorio
vibonese ha parlato l’assessore regionale, che si è comunque dichiarato in linea di principio «contrario alle denunce anonime».
Nonostante ciò, Greco ha condiviso la preoccupazione per la mancanza di senso civico e per il clima di omertà che spesso impedisce l’individuazione tempestiva dei reati ambientali.

«Ecco perché in Calabria occorre puntare molto sull’educazione alla salvaguardia ambientale - ha sostenuto Greco -. In questa regione i problemi legati all’ambiente sono gravissimi, basti pensare che attualmente sono stati “caratterizzati” (cioè sono stati eseguiti i rilievi per identificare le sostanze inquinanti, ndr) 860 siti contaminati, di cui 33 ad elevato rischio per la salute pubblica, mentre altri mille, sebbene individuati, devono essere ancora analizzati. Esistono dati talmente preoccupanti che non vengono pubblicati per non creare panico. A confermare questa situazione ci sono riscontri clinici inquietanti, come l’alta incidenza in alcune zone della regione di tumori tipici delle aree ad alta concentrazione industriale, anche se in Calabria non ci sono grandi industrie».
Dal canto suo, il prefetto Latella ha rimarcato la priorità rappresentata dai problemi ambientali, auspicando che il numero verde venga utilizzato al meglio dai cittadini «per contribuire attivamente alla protezione di un territorio bellissimo ma estremamente fragile, come dimostrano anche i fatti recenti».
«Non ci può essere salvaguardia ambientale davvero efficace - ha concluso il prefetto - se non c’è collaborazione da parte dei cittadini onesti, perché sono loro il primo baluardo contro l’illegalità».
edg

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