«Al di là delle negative considerazioni politiche, c’è qualcosa di molto positivo in tutta questa storia: i cittadini vibonesi si sono riscoperti uniti nella volontà di far valere le proprie ragioni e di difendere l’identità del proprio territorio. Forze sociali, associazioni di categoria, sindacati ed esponenti politici dei diversi schieramenti si sono mobilitati insieme per denunciare l’ingiustizia che stava per essere commessa».
Nel commentare il ritiro in Commissione affari costituzionali della Camera dell’emendamento alla Carta delle Autonomie - che avrebbe comportato il taglio di quattro Province, tra cui quella di Vibo Valentia - il presidente dell’Ente, Francesco De Nisi, sottolinea innanzitutto l’elemento più gratificante di una vicenda dai contorni ancora poco definiti.
«Resta il dato di fatto che l’emendamento è stato ritirato e di questo non possiamo che essere immensamente felici - aggiunge De Nisi -. Voglio credere che alla fine si siano resi conto dell’assurdità e dell’iniquità di un provvedimento che avrebbe colpito soltanto quattro Province italiane su centonove, determinando un gravissimo danno socio-economico per il Vibonese, con la perdita di tutta una serie di servizi pubblici che oggi esistono soltanto perché ci sono i confini provinciali».
Un rischio che De Nisi ha denunciato con forza nei giorni scorsi, soprattutto con riferimento alla necessità di mantenere sul territorio i presidi di legalità rappresentati da Prefettura, Questura e Comandi delle altre forze dell’ordine: «Era impensabile abbandonare questo territorio al suo destino, allentando il controllo dello Stato e smobilitando i presidi locali delle forze dell’ordine, indispensabili per fronteggiare una criminalità organizzata sempre più violenta e opprimente».
La tensione di questi ultimi giorni, dunque, si stempera nella considerazione di una ritrovata unità identitaria e il presidente della Provincia parla di «una prova difficile che i Vibonesi hanno dimostrato con orgoglio di saper affrontare insieme».
«Sono certo che questa esperienza lascerà un’impronta positiva - ha aggiunto - e mi auguro che questa unicità di intenti possa coagularsi anche intorno ad altre problematiche che riguardano il nostro territorio e che necessitano di un sostegno ampio e convinto».
Sebbene il rischio di soppressione della Provincia di Vibo Valentia sia per ora scongiurato, De Nisi non ha intenzione comunque di abbassare la guardia: «Continueremo a impegnarci con rinnovata energia sull’ipotesi di allargamento dei confini provinciali, guardando in particolare a quei Comuni che resteranno fuori dalla Città metropolitana di Reggio Calabria. In questi ultimi giorni, anche a causa di quanto accaduto, si sono moltiplicati i contatti con le Amministrazioni comunali interessate. Un lavoro prezioso che non andrà perduto».
Infine, il presidente rende noto che il Consiglio provinciale straordinario, aperto alla partecipazione dei cittadini e convocato per sabato prossimo nella piazza principale della città capoluogo, è stato annullato.
«Non ha più senso tenerlo come previsto - conclude -, perché il suo fine non era politico, ma esclusivamente di sensibilizzazione civica. Con quel Consiglio provinciale volevamo aumentare ulteriormente la partecipazione dei cittadini e contribuire ad una presa di coscienza collettiva sulle conseguenze che avrebbe avuto la soppressione della Provincia».
Un’ipotesi che, per ora, sembra essere stata risposta nel cassetto.
Nel commentare il ritiro in Commissione affari costituzionali della Camera dell’emendamento alla Carta delle Autonomie - che avrebbe comportato il taglio di quattro Province, tra cui quella di Vibo Valentia - il presidente dell’Ente, Francesco De Nisi, sottolinea innanzitutto l’elemento più gratificante di una vicenda dai contorni ancora poco definiti.
«Resta il dato di fatto che l’emendamento è stato ritirato e di questo non possiamo che essere immensamente felici - aggiunge De Nisi -. Voglio credere che alla fine si siano resi conto dell’assurdità e dell’iniquità di un provvedimento che avrebbe colpito soltanto quattro Province italiane su centonove, determinando un gravissimo danno socio-economico per il Vibonese, con la perdita di tutta una serie di servizi pubblici che oggi esistono soltanto perché ci sono i confini provinciali».
Un rischio che De Nisi ha denunciato con forza nei giorni scorsi, soprattutto con riferimento alla necessità di mantenere sul territorio i presidi di legalità rappresentati da Prefettura, Questura e Comandi delle altre forze dell’ordine: «Era impensabile abbandonare questo territorio al suo destino, allentando il controllo dello Stato e smobilitando i presidi locali delle forze dell’ordine, indispensabili per fronteggiare una criminalità organizzata sempre più violenta e opprimente».
La tensione di questi ultimi giorni, dunque, si stempera nella considerazione di una ritrovata unità identitaria e il presidente della Provincia parla di «una prova difficile che i Vibonesi hanno dimostrato con orgoglio di saper affrontare insieme».
«Sono certo che questa esperienza lascerà un’impronta positiva - ha aggiunto - e mi auguro che questa unicità di intenti possa coagularsi anche intorno ad altre problematiche che riguardano il nostro territorio e che necessitano di un sostegno ampio e convinto».
Sebbene il rischio di soppressione della Provincia di Vibo Valentia sia per ora scongiurato, De Nisi non ha intenzione comunque di abbassare la guardia: «Continueremo a impegnarci con rinnovata energia sull’ipotesi di allargamento dei confini provinciali, guardando in particolare a quei Comuni che resteranno fuori dalla Città metropolitana di Reggio Calabria. In questi ultimi giorni, anche a causa di quanto accaduto, si sono moltiplicati i contatti con le Amministrazioni comunali interessate. Un lavoro prezioso che non andrà perduto».
Infine, il presidente rende noto che il Consiglio provinciale straordinario, aperto alla partecipazione dei cittadini e convocato per sabato prossimo nella piazza principale della città capoluogo, è stato annullato.
«Non ha più senso tenerlo come previsto - conclude -, perché il suo fine non era politico, ma esclusivamente di sensibilizzazione civica. Con quel Consiglio provinciale volevamo aumentare ulteriormente la partecipazione dei cittadini e contribuire ad una presa di coscienza collettiva sulle conseguenze che avrebbe avuto la soppressione della Provincia».
Un’ipotesi che, per ora, sembra essere stata risposta nel cassetto.
edg
si allargate la provincia al più presto altrimenti l'anno prossimo ho paura che ci tagliano, ma una città di 34.000 abitanti non basta per una provincia! bisogna pensare anche ad accorpare i comuni dell'area urbana a Vibo, ci sono comuni troppo piccoli
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