L'impianto Italcementi di Vibo Marina |
Un centro di ricerca sui materiali da costruzione, gestito in collaborazione con l’Unical e finanziato attraverso i fondi comunitari per la formazione e la ricerca scientifica.
È quanto propone il presidente della Provincia di Vibo Valentia, Francesco De Nisi, in merito alla riconversione dell’impianto Italcementi di Vibo Marina.«Alla stregua di quanto già avviene al Politecnico di Milano e all’I.lab di Bergamo, dove il gruppo Pesenti ha creato due importanti realtà nel campo della ricerca - spiega De Nisi -, si potrebbe offrire una nuova opportunità alla comunità vibonese che, comunque, ha ospitato per decenni uno stabilimento di grande impatto territoriale, sia con riferimento alle dimensioni che alla tipologia industriale. Sebbene l’iniziale ipotesi di dismissione sia poi stata ridimensionata dai vertici di Italcementi, che ora sembrano intenzionati a riconvertire l’insediamento per la produzione del cemento in un centro di macinazione del clinker, numerose incognite gravano ancora sul futuro di questo impianto. Implementare l'attività industriale con la nascita di un centro di ricerca sui materiali, dunque, potrebbe offrire maggiori garanzie occupazionali alle maestranze coinvolte nella vertenza e, allo stesso tempo, dare al territorio nel suo complesso una importante chance di crescita e sviluppo».
Fondamentale, in questo progetto, sarebbe l’apporto dell’Università della Calabria e l’utilizzo dei fondi europei a disposizione della Regione in materia di formazione e ricerca scientifica.È quanto propone il presidente della Provincia di Vibo Valentia, Francesco De Nisi, in merito alla riconversione dell’impianto Italcementi di Vibo Marina.«Alla stregua di quanto già avviene al Politecnico di Milano e all’I.lab di Bergamo, dove il gruppo Pesenti ha creato due importanti realtà nel campo della ricerca - spiega De Nisi -, si potrebbe offrire una nuova opportunità alla comunità vibonese che, comunque, ha ospitato per decenni uno stabilimento di grande impatto territoriale, sia con riferimento alle dimensioni che alla tipologia industriale. Sebbene l’iniziale ipotesi di dismissione sia poi stata ridimensionata dai vertici di Italcementi, che ora sembrano intenzionati a riconvertire l’insediamento per la produzione del cemento in un centro di macinazione del clinker, numerose incognite gravano ancora sul futuro di questo impianto. Implementare l'attività industriale con la nascita di un centro di ricerca sui materiali, dunque, potrebbe offrire maggiori garanzie occupazionali alle maestranze coinvolte nella vertenza e, allo stesso tempo, dare al territorio nel suo complesso una importante chance di crescita e sviluppo».
«La programmazione comunitaria assicura risorse rilevanti alle regioni del Sud finalizzate proprio alla promozione della ricerca - continua De Nisi -, quindi esiste sicuramente la possibilità di destinare una parte di questi fondi ad un progetto di tale portata, soprattutto se ci fosse il pieno coinvolgimento dell’Università, che avrebbe così la possibilità di fare ricerca applicata, non confinata esclusivamente nei laboratori e nelle aule».
La proposta, già anticipata da De Nisi nell’ultima riunione sulla vertenza Italcementi tenutasi in Prefettura, è stata formalizzata in una lettera che ora verrà inviatan all’azienda, alla Regione, all’Unical e al prefetto di Vibo Valentia.
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