«Un gesto deprecabile e di una gravità inaudita che lede l’immagine della Provincia. Un fatto che danneggia e denigra l’intero territorio vibonese». Questo l’incipit dell’intervento - relativo all’ammanco di circa 1,4 milioni di euro, riscontrato nell’ufficio Affari Finanziari dell’ente - che il presidente della Provincia di Vibo Valentia, Francesco De Nisi, ha pronunciato davanti al Consiglio provinciale.
Un ammanco milionario - prontamente denunciato alle autorità competenti dallo stesso presidente De Nisi - che sembrerebbe coinvolgere una sola dipendente e alcuni suoi familiari. Per fare «estrema chiarezza» su quanto accaduto, De Nisi ha proposto l’istituzione di una Commissione consiliare d’indagine «al fine di valutare eventuali carenze di natura amministrativa e burocratica».
La proposta di una Commissione d’indagine è stata accolta favorevolmente dall’assise provinciale che ha provveduto, (viste le competenze demandategli dall’art. 24 dello Statuto provinciale), ad istituirla con voto unanime di maggioranza e opposizione.
A far parte della Commissione d’indagine sono stati chiamati il presidente del Consiglio provinciale Giuseppe Barilaro (che è stato nominato coordinatore) e i consiglieri Barbara Citton, Francesco Pititto, Bruno Rosi e Stefano Soriano.
Il Consiglio provinciale ha, poi, discusso del rendiconto economico-finanziario del 2010, sul quale la Corte dei Conti della Calabria aveva mosso alcuni rilievi. Ad entrare nello specifico delle problematiche sollevate dalla Corte dei Conti è stato l’assessore alla Programmazione Finanziaria Pasquale Fera che, nella sua relazione, ha messo in evidenza come «le numerose manovre di finanza pubblica hanno ridotto drasticamente le esigue risorse disponibili, imponendo vincoli e obblighi crescenti che hanno pregiudicato l’assolvimento dei compiti istituzionali. Sia pur tra tante difficoltà, stiamo facendo fronte ai rilievi economico-finanziari mossi dalla Corte dei Conti - ha asserito Fera - che sono, tra l’altro, comuni a tanti altri enti locali che come noi hanno visto, negli ultimi anni, ridotte notevolmente le entrate da parte dello Stato». Sulla relazione di Fera la minoranza consiliare ha espresso, nel corso del dibattito, un giudizio negativo. Molto critici, a proposito, sono stati gli interventi del consigliere Giuseppe Rodolico e Francesco Pititto che hanno, tra l’altro, manifestato il loro disappunto riguardo l’operato dei revisori dei conti. Contrarietà in merito alla gestione economico-finanziaria e alle scelte politiche della giunta De Nisi sono state esternate anche dai consiglieri di minoranza Francesco Miceli, Bruno Rosi e Giuseppe Rafaele. Chiarimenti sulla questione sono stati, invece, richiesti dal consigliere di maggioranza Carlo Brosio che, comunque, ha votato il dispositivo finale proposto da Fera. Atto deliberativo che è stato approvato a maggioranza dal Consiglio, con 8 voti favorevoli e 7 contrari.
Un ammanco milionario - prontamente denunciato alle autorità competenti dallo stesso presidente De Nisi - che sembrerebbe coinvolgere una sola dipendente e alcuni suoi familiari. Per fare «estrema chiarezza» su quanto accaduto, De Nisi ha proposto l’istituzione di una Commissione consiliare d’indagine «al fine di valutare eventuali carenze di natura amministrativa e burocratica».
La proposta di una Commissione d’indagine è stata accolta favorevolmente dall’assise provinciale che ha provveduto, (viste le competenze demandategli dall’art. 24 dello Statuto provinciale), ad istituirla con voto unanime di maggioranza e opposizione.
A far parte della Commissione d’indagine sono stati chiamati il presidente del Consiglio provinciale Giuseppe Barilaro (che è stato nominato coordinatore) e i consiglieri Barbara Citton, Francesco Pititto, Bruno Rosi e Stefano Soriano.
Il Consiglio provinciale ha, poi, discusso del rendiconto economico-finanziario del 2010, sul quale la Corte dei Conti della Calabria aveva mosso alcuni rilievi. Ad entrare nello specifico delle problematiche sollevate dalla Corte dei Conti è stato l’assessore alla Programmazione Finanziaria Pasquale Fera che, nella sua relazione, ha messo in evidenza come «le numerose manovre di finanza pubblica hanno ridotto drasticamente le esigue risorse disponibili, imponendo vincoli e obblighi crescenti che hanno pregiudicato l’assolvimento dei compiti istituzionali. Sia pur tra tante difficoltà, stiamo facendo fronte ai rilievi economico-finanziari mossi dalla Corte dei Conti - ha asserito Fera - che sono, tra l’altro, comuni a tanti altri enti locali che come noi hanno visto, negli ultimi anni, ridotte notevolmente le entrate da parte dello Stato». Sulla relazione di Fera la minoranza consiliare ha espresso, nel corso del dibattito, un giudizio negativo. Molto critici, a proposito, sono stati gli interventi del consigliere Giuseppe Rodolico e Francesco Pititto che hanno, tra l’altro, manifestato il loro disappunto riguardo l’operato dei revisori dei conti. Contrarietà in merito alla gestione economico-finanziaria e alle scelte politiche della giunta De Nisi sono state esternate anche dai consiglieri di minoranza Francesco Miceli, Bruno Rosi e Giuseppe Rafaele. Chiarimenti sulla questione sono stati, invece, richiesti dal consigliere di maggioranza Carlo Brosio che, comunque, ha votato il dispositivo finale proposto da Fera. Atto deliberativo che è stato approvato a maggioranza dal Consiglio, con 8 voti favorevoli e 7 contrari.
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